Fabrizio dell'Orefice f.dellorefice@iltempo.it «Ancora ...
Siamo arrivati alla psicosi collettiva». Maurizio Gasparri, neo componente del neo costituito ufficio politico di An sbotta quando si sente rivolgere l'ennesimo interrogativo sulla durata dell'esecutivo e sulle mosse di Berlusconi. E sbotta lui che con il Cavaliere è stato spesso in sintonia. Sta di fatto, onorevole, che è la domanda che si fanno tutti. Berlusconi bluffa o no? «Ma questo lo capisco. Siamo tutti in attesa del D-day al Senato. Mi rendo conto che la Finanziaria è la madre di tutte le battaglie, è l'unica legge che il governo deve davvero approvare. Quindi, per quanto Prodi galleggi, questo passaggio è "costretto" a compierlo». E siamo al punto di prima. Cade o no? «Vedremo. E dico di più, trovo assurdo che da questa partita si faccia discendere tutto il resto. Addirittura stiamo già discutendo del fatto che se non cade si riapre la partita della leadership della Cdl. Ma per favore...». Ma lei parla come se fosse già convinto che la settimana prossima non accadrà nulla, o no? «Ripeto, vedremo. Io faccio politica dal 1973 e non è che mi cambi molto se il 14 novembre o un altro giorno finisce la storia di questo governo. Quindi... Preferisco ragionare a prescindere da ciò che potrebbe accadere». E cioè? «Penso al referendum, che se riceverà il via libera della Corte Costituzionale, esploderà come una bomba sotto i piedi dell'esecutivo». Insomma, anche lei comincia a dare per scontato che non ci sarà alcuna spallata? «No, io non sono aggrappato a questa scadenza. Faccio politica guardando comunque oltre». È stato Berlusconi a far circolare date, adesso ad accusare gli alleati. «Ha anche smentito, però». Non è la prima volta. «Guardi, secondo me Berlusconi sbaglia a fare in modo, diciamo così, di far circolare queste indiscrezioni. Finiscono semplicemente per alimentare un clima di sospetto tra alleati. Questa settimana si è aperta con una decisione unitaria alla quale peraltro aveva partecipato, seppur con i suoi distinguo, anche Casini. La stiamo finendo con contrasti più per incomprensioni che per altro». Ma che fa? Critica Berlusconi? «Non ho alcun problema a farlo. E voglio aggiungere anche un secondo elemento». Quale? «Che Berlusconi è meglio che esca da questo stallo. Facciamo la federazione della Cdl, andiamo oltre». Oltre come? «Penso ai gruppi parlamentari, si possono coordinare. Anzi, di fatto già lo sono. Allora codifichiamo la situazione. E facciamolo, non aspettiamo per forza che cada il governo. Andiamo avanti con l'Officina che scrive il programma, invitiamo anche l'Udc. Andiamo avanti». Il Cavaliere pensa ai dissidenti dell'Unione, non teme che qualcuno della Cdl dia la mano alla maggioranza? «Ma chi?». Dentro An? «Per carità, siamo uniti come un suol uomo». Nell'Udc? «Non credo, non hanno futuro da quella parte. Adesso chiedono Ciocchetti come candidato della Cdl alla provincia di Roma. Se danno una mano a Prodi con chi lo candidano? Con il centrosinistra? Da qui certamente non avranno più nessuno che li ascolti». E qualcuno minore, l'Mpa? «Hanno fatto anche la manifestazione con Fini. E poi guardi, in primavera si vota in Sicilia. Secondo lei a quelli dell'Mpa conviene stare con noi o con il centrosinistra che sull'isola ha perso ovunque?». Dentro An sono tornate le correnti? «Senta, che ci siano aggregazioni attorno a un uomo in politica è fisiologico e persino umano. Se serve a discutere, bene. Ci farà crescere». Significa che Fini sta per lasciare la guida del partito? «Ci devono essere prima le elezioni, poi bisogna capire Gianfranco a che cosa si candiderà e poi vedremo che succederà».