E Veltroni spinge sulla riforma elettorale per allungare i tempi
[...] d'intesacon il governo, verso la definizione di una proposta elettorale del Pd per aprire i giochi dopo che il governo passerà la prova della Finanziaria al Senato. È anche una prova di forza della maggioranza il vertice convocato dal leader del Pd proprio a Palazzo Madama (ad una settimana dalla votazione indicata dal Cavaliere come occasione per far cadere il governo) per mettere a punto un modello proporzionale con effetti maggioritari, che avrebbe le caratteristiche di un tedesco corretto in salsa spagnola. Tra maggioranza e opposizione il dialogo sulle riforme resta per ora tra sordi. Tutti sono in attesa di capire se il 14 il governo regge al Senato, ma nel frattempo ognuno fa la sua parte. Il Cavaliere sente «aria di elezioni», Veltroni osserva che la spallata non arriva e rilancia l'offerta di dialogo sulla legge elettorale. Al 14 novembre, la data considerata fatidica per la vita della stessa legislatura, il Pd e il governo, convinti di uno scenario rosa, vogliono arrivare preparati e se possibile con un'intesa, già in tasca, nella maggioranza. Il primo obiettivo, hanno spiegato Veltroni e Palazzo Chigi, è «trovare la compattezza e la convergenza della maggioranza», cioè una proposta che tenga insieme chi, come Rifondazione e Udeur, sostiene con vigore il modello tedesco, e chi, come i piccoli Verdi e Pdci, vede questo sistema come fumo negli occhi. L'unica sintesi realistica sembra un sistema proporzionale con correzioni maggioritarie, partendo dal modello tedesco, sponsorizzato da Franco Marini e Massimo D'Alema, ma con ampie correzioni maggioritarie, pretese dal segretario del Pd. Ritocchi che, a quanto si apprende, dovrebbero essere presi dal sistema spagnolo, come la riduzione delle dimensioni dei collegi e la soglia di sbarramento circoscrizionale. A questo si aggiungerebbe un premio di lista, circa 15-20 seggi, al partito che ottiene più voti, andando così incontro al quesito referendario. L'obiettivo finale è un vestito italiano alla legge elettorale, adattando senza copiare modelli europei. «Modello tedesco? Lo parla Giuliano Amato, non io», ha scherzato il segretario del Pd lasciando, insieme al ministro dell'Interno nelle vesti di esperto di riforme, il vertice al Senato, al quale hanno partecipato anche il ministro Vannino Chiti, i capigruppo e la squadra veltroniana di tecnici in materia, Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo. In attesa dell'intesa nella maggioranza, il capo del Pd rilancia il confronto con l'opposizione, in primis con il Cavaliere. «Vedo che al momento - ammette - il dialogo non è molto apprezzato. Ma il paese vive un momento di difficoltà del sistema democratico ed è responsabilità di tutti risolvere questo nodo. Noi ribadiamo la nostra disponibilità al dialogo e continuiamo a cercare le più alte convergenze».