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Accantoniamo i nostri tabù senza colpire il contribuente

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Per giunta, se quasi tutti i paesi occidentali hanno tali impianti, non si capisce perché l'Italia dovrebbe impedirli. È però egualmente vero che non si deve abbracciare il punto di vista di chi pensa che il nucleare sia la panacea di tutti i mali e che, soprattutto, spetti allo Stato farsi carico del problema. Se il divieto di realizzare energia nucleare è indifendibile, ciò che una seria classe politica oggi deve fare è permettere che i privati - se lo vogliono - si muovano in tale direzione. Lo Stato - al massimo - vegli e controlli (evitando quindi ogni confusione di ruoli), ma non si faccia pagare tutto al solito, ignaro Pantalone. È difficile dire se ci sarà un futuro per il nucleare, e se l'energia ricavata dall'atomo sarà i grado di competere con gli idrocarburi e con le altre fonti. Se però qualche privato ha voglia di investire in quel modo, lo faccia. Ma non si usino i soldi pubblici in progetti faraonici, dato che - per fortuna - l'Europa e la stessa Italia vanno dirigendosi verso un sistema di produzione e distribuzione dell'energia di tipo privato e concorrenziale. In cui non c'è più posto per il vecchio «Stato imprenditore».

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