Regali e favori per tutti.Ecco come l'Unione sta comprando i senatori
Ildato però è che sulla Manovra si è aperta una lunga ed estenuante trattativa fatta a colpi di emendamenti, stanziamenti di fondi, agevolazioni e concessioni. Il tutto per blindare la maggioranza a Palazzo Madama evitando al governo brutte sorprese. Da un lato il centrosinistra con l'orecchio teso ad ascoltare i vari desiderata dei senatori, dall'altro i senatori pronti con le loro richieste a far pesare il proprio voto. Ed ecco allora il fiorire di richieste che in queste ultime ore sta aumentando il peso economico della prossima manovra. Ad esempio il forcing attorno al senatore, eletto all'estero, Luigi Pallaro è strettissimo. Altissimo è il timore di poter perder il suo voto, anche perché non ha fatto mai mistero di condizionare il suo appoggio al governo alla tutela degli interessi degli italiani all'estero. E sarà una coincidenza ma leggendo il testo della Finanziaria si trova tra gli emendamenti all'articolo 20, quello dedicato alla «razionalizzazione degli organici e del personale utilizzato dagli uffici locali all'estero», uno proposto dalla Commissione Bilancio in cui si chiede l'aumento della spesa per il 2008 a favore delle «politiche di sostegno agli italiani nel mondo e di informazione, promozione culturale, scientifica e dell'immagine del nostro Paese all'estero». Non roba da poco ma ben 18 milioni di euro divisi in 12 milioni e mezzo per «le spese relative alla tutela e all'assistenza dei connazionali» e 5 milioni e mezzo «per il finanziamento delle iniziative scolastiche, di assistenza scolastica e di formazione e perfezionamento professionali». E se questo non basta per convincere il senatore italoargentino è pronto un altro emendamento, sempre proposto dalla Commissione, in cui si destinano altri 14 milioni di euro per il 2008 a favore delle «politiche generali concernenti le collettività italiane all'estero». Ce ne è per far sorridere Pallaro, il quale però ha comunque un asso nella manica e cioè un emendamento firmato anche dagli altri senatori eletti all'estero in cui tra una richiesta ed un'altra chiede 36 milioni di euro per le politiche di sostegno degli italiani nel mondo. Chissà che la maggioranza non lo accolga. Ma l'offensiva del centrosinistra non si ferma a Pallaro e guarda anche a qualche senatore a vita come il premio nobel Rita Levi Montalcini molto sensibile quando si tratta di fondi destinati alla ricerca scientifica. Non che la senatrice a vita farebbe venir meno il suo appoggio al governo, ma in tempi difficili meglio non rischiare. E così direttamente dalla Commissione Bilancio arriva un emendamento, il 43 bis, in cui si prevedono incentivi a favore dei giovani ricercatori. In tutto il 10 per cento del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica destinati ai progetti di ricerca presentati dai ricercatori di età inferiore ai quarant'anni. Non basta perché all'articolo 84, quello riguardante i fondi da ripartire, sempre la Commissione ha previsto oltre a quello che i contribuenti già danno a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche, un 5 per mille dell'imposta netta, a favore tra gli altri «degli enti della ricerca scientifica e dell'università». Una pioggia di soldi, fino a 100 milioni di euro. Marcati a vista anche i due senatori Manzione e Bordon, usciti dall'Ulivo e che per ora sono stati accontentati con l'articolo 8 bis che prevede la riduzione dei ministri dal prossimo governo. Anche se Bordon, sempre sensibile al mondo del cinema, è gia pronto a chiedere più incentivi fiscali per chi investe nel settore per un valore di tre milioni di euro in tre anni. E siamo solo all'inizio dell'esame della Manovra.