Castagnetti: «La scommessa del partito è una discontinuità rispetto al passato»
Insomma, è abbastanza singolare che uno come lui sia rimasto fuori dagli organi di vertice del Partito Democratico. Presidente la sua «corrente», quella degli ex Ppi, è rimasta un po' delusa dall'esecutivo nominato da Veltroni. Lei che ne pensa? «Personalmente non mi sono posto il problema di quanti ex Ppi o quanti ex Ds sono entrati, ma piuttosto se le persone scelte corrispondevano ai principi enunciati». E quali erano questi principi? «La necessità di avere una rappresentanza femminile pari al 50%, di dare voce a una nuova generazione e a figure che non avevano un profilo strettamente politico. Mi sembra che siano stati rispettati». Quindi non è deluso? «La scommessa dal Pd è segnare una discontinuità rispetto al passato. Certo, capisco che qualche Popolare volesse entrare nell'esecutivo, ma ci saranno altre strutture con caratteristiche "più politiche"». Cioè? «Penso, ad esempio, alla direzione». Però, un vecchio Popolare come Gerardo Bianco se ne è andato. Evidentemente qualcosa che non funziona c'è? «La scelta di Gerardo mi addolora. Lui è stato un pioniere dell'Ulivo, ma oggi ha posizioni diverse. L'unica cosa che mi sento di dire è una vecchia massima di Moro che sosteneva che è meglio sbagliare insieme piuttosto che avere ragione da soli». In compenso siete riusciti a eleggere Soro capogruppo alla Camera. Una bella vendetta no? «Soro era un candidato oggettivamente forte, con esperienza e, quindi, era la persona più adeguata per guidare il gruppo in questa fase». Qualcuno, però, ha votato contro. «Mi sembra naturale che, in un gruppo di 200 persone, ci sia del dissenso. Ma i colleghi hanno criticato soprattutto il metodo. Volevano delle consultazioni preparatorie». E magari preferivano un ex Ds? «Al Senato c'è già Anna Finocchiaro. Nominare un capogruppo della stessa area avrebbe generato il sospetto di un'egemonia di una parte su un'altra». Scusi, ma questa è una spartizione, dov'è la discontinuità? «Il Pd è un partito plurale preoccupato di dare rappresentanza a varie sensibilità...». A proposito di novità qualcuno ipotizza un Pd senza tessere e congressi. È d'accordo? «Ci sono aspetti di discontinuità che, ovviamente, generano perplessità. Mi sembra difficile non prevedere una qualche modalità di adesione, magari diversa dal passato».