La Cdl compatta: così non lo votiamo
Èquesta la decisione emersa dopo il vertice sulla sicurezza della Casa della libertà che si è tenuto ieri a Palazzo grazioli. «Non ci sono le condizioni per votare questo testo», ha detto al termine dell'incontro il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. Che poi ha aggiunto: «Manca la norma che abbiamo invocato per l'espulsione dei cittadini comunitari che sono nell'impossibilità di dimostrare un reddito e manca anche la parte relativa alle espulsioni attraverso un intervento coatto. Per questo la Cdl - ha spiegato Fini - presenterà degli emendamenti unitari che recepiscono questi principi. Se però il testo è quello presentato alle Camere noi della Cdl non lo votiamo». Nel vertice di Palazzo Grazioli è stata decisa una strategia in due fasi. Spiegata dal capogruppo alla Camera della Lega, Roberto Maroni: «Prima di tutto gli emendamenti al decreto» e poi «una nuova proposta più generale sulla sicurezza condivisa da tutta l'opposizione». Emendamenti di cui ha parlato il leader del Partito Repubblicano, Francesco Nucara: «Presenteremo pochissimi emendamenti unitari, cinque o sei, e se non verranno accolti il centrodestra voterà contro il decreto legge varato dal governo». Nucara ha anche spiegato che «ci sono problemi di copertura finanziaria al decreto». Il vertice del centrodestra ha visto il rientro di Pierferdinando Casini, applaudito da tutti gli altri leader della Cdl, dopo oltre un anno e mezzo. Queste le parole del leader dell'Udc: «Distinguo non sono ammessi. La sicurezza dei cittadini italiani merita che l'opposizione si presenti unita. L'esasperazione e la frustrazione davanti alla delinquenza è qualcosa che riguarda tutti i cittadini». Casini ha quindi spiegato i tre i punti che l'opposizione ritiene imprescindibili perchè il decreto sia votato: «Più fondi alle forze di polizia, che le espulsioni siano reali (non basta un foglio di via), e chi non ha lavoro non possa rientrare in Italia, dove in tali condizioni finirebbe preda della criminalità organizzata». Alle critiche dell'Unione dopo il vertice ha replicato Jole Santelli, responsabile Sicurezza e immigrazione di Forza Italia: «Da mesi cerchiamo invano di richiamare l'attenzione di governo e maggioranza sulla sicurezza e chiediamo un dialogo costruttivo su questo tema. Un questione che tutti nella maggioranza hanno cercato, finchè hanno potuto, di evitare per non entrare in rotta con le forze della sinistra radicale», ha affermato. «Oggi che è scoppiata l'emergenza - ha aggiunto - cercano di risolvere i problemi mettendo una pezza al malfatto e gonfiandola con gli slogan e la propaganda. La verità è che, così come è stato scritto, il decreto non è in linea con la direttiva comunitaria, non garantisce i cittadini italiani perchè non vi è alcuna certezza delle espulsioni e soprattutto non sono contemplate le risorse finanziarie necessarie alle Forze dell'Ordine per espletare le loro funzioni. Se il decreto passasse così non cambierebbe assolutamente nulla. Le modifiche che la CdL propone vanno nel senso di rendere efficace la normativa che altrimenti resterebbe lettera morta». L'eurodeputato Antonio Tajani, infine, ha sottolineato che «la sinistra non ama Roma ed ha idee confuse, molto confuse su come intervenire nella lotta contro la criminalità. La verità è che le ultime tragiche vicende hanno fatto crollare il finto mito della buona amministrazione della capitale mettendo in difficoltà Veltroni e i suoi - ha osservato Tajani - Sbaglia chi cerca di creare artificiose divisioni all'interno della Cdl. La riunione di oggi con la decisione di presentare testi comuni al Senato in materia di espulsioni smentisce la sinistra e la mette ancora una volta in difficoltà. Si mettano, dunque, l'anima in pace i senatori romani. Invece di attaccare la Cdl si preoccupino di trovare soluzioni positive dopo anni di lassismo e disinteresse per le favelas di Roma».