Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Nicola Imberti [email protected] Anche stavolta è ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Otto giorni in cui, secondo Silvio Berlusconi, il governo arriverà al capolinea. Anche perché, se così non fosse, il leghista Roberto Calderoli non ha dubbi: «Il centrodestra così come è oggi finisce il 15 novembre». Ieri, intanto, la maggioranza ha superato il primo scoglio respingendo le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalla Cdl. Una dimostrazione di forza come non si vedeva da lungo tempo: 161 a 156. I senatori a vita Rita Levi Montalcini, Emilio Colombo e Oscar Luigi Scalfaro hanno votato con l'Unione ma, alla fine, la loro presenza è risultata irrilevante. Merito dei «raccatta-voti» della maggioranza, che sono riusciti a portare in Aula tutti i 158 effettivi (compreso «el senador» Luigi Pallaro). Così, già nel primo pomeriggio in Transatlantico, il capogruppo dell'Udc Francesco D'Onofrio, a chi gli domandava una previsione, rispondeva stizzito: «Il governo non cade, cadrà quando il Pd vorrà farlo cadere e non è oggi. Stasera finisce 160 a 156, 161 se c'è anche Scalfaro». Previsione azzeccata e condivisa anche dal collega di Forza Italia Renato Schifani che, intervenendo in Aula poco prima della votazione, cambiava subito obiettivo scagliandosi contro l'ipotesi avanzata dal governo di introdurre la fiducia («non era mai accaduto che l'opposizione presentasse meno di 500 emendamenti se ci sarà fiducia sarà per problemi interni alla maggioranza»). Quasi a confermare che la vera partita si giocherà nei prossimi giorni. Ne è convinto anche uno dei «sorvegliati speciali» dell'Unione, l'ex ulivista Willer Bordon che, passata la tempesta, commenta senza troppo entusiasmo: «Che il voto sulle pregiudiziali sarebbe andato così lo davo per scontato. Finché c'è la maggioranza, di fronte ad atti forti, non può che essere compatta. Altra questione è il voto degli emendamenti e in Senato la maggioranza a volte langue». Chi sprizza gioia da tutti i pori, invece, è il premier Romano Prodi che, appresa la notizia mentre si trova al Grand Hotel per un workshop internazionale sui rapporti tra Europa e Cina, ironizza: «Abbiamo rinviato la spallata...» Ma l'aria a Palazzo Madama è tutt'altro che rilassata tanto che il capogruppo di Verdi-Pdci Manuela Palermi non si sbilancia: «Spero che continui ad andare tutto bene perché questa è una buona Finanziaria». E forse non è un caso che, in discussione generale, gli iscritti a parlare dell'Unione siano quasi il doppio di quelli della Cdl. «Fanno melina», commenta Renato Schifani. «Sono ancora alle prese con il mercato di riparazione, prendono tempo fino a quando non sono certi di avere i numeri per approvare la Manovra», gli fa eco il leghista Roberto Calderoli. Da domani (forse addirittura da stasera) si comincerà a votare. Solo allora si saprà chi ha ragione.

Dai blog