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La Cisl delusa dal governo non sopporta la sinistra radicale

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Peròtra le righe traspare la delusione per qualcosa che il sindacato si aspettava dal centrosinistra e non è venuto. Bonanni batte e ribatte sulla questione dei salari facendo intendere che poco o nulla è stato fatto con la Finanziaria anche se le risorse c'erano grazie al tesoretto. Anzi l'Unione non è riuscita in quello che avrebbe dovuto essere la sua priorità ovvero ridurre le disuguaglianze sociali che invece si stanno accentuando come accade negli Stati Uniti, regno del liberismo spinto. Insomma il centrosinistra, stando alle parole di Bonanni, avrebbe tradito la sua vocazione sociale. Ma il leader sindacale punta l'indice anche sull'azione di freno esercitato dalla sinistra radicale, contraria per pregiudizio ideologico, all'abolizione della sovracontribuzione sugli straordinari. Una puntura polemica che la dice lunga sull'insofferenza della Cisl verso la strategia del bastian contrario della sinistra estrema. Basta interrogare i sindacalisti del parterre per capire il grado di delusione sul governo. Delusione in particolare per come è stata gestita la partita sul protocollo. C'è chi tra i sindacalisti che rivela le difficoltà incontrate nelle assemblee sui posti di lavoro mentre la sinistra radicale li scavalcava e fomentava la base in direzione contraria. E sulla litigiosità e la mancanza di compattezza nella maggioranza insiste anche Bonanni. Poche parole ma che esprimono tutta l'insofferenza: «La debolezza e l'inefficienza della politica rappresenta un freno per il Paese, per lo sviluppo e la crescita».

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