La questione della sicurezza rischia di essere una ...
Amato sa che il problema sicurezza non può essere gestito in modo unilaterale dalla maggioranza; occorre necessariamente una sponda nel centrodestra perchè il pacchetto di interventi rassicuri la gente e affinchè non monti il clima di intolleranza. Così ieri il ministro dell'Interno tramite il suo portavoce Fabrizio Forquet, ha parlato di «positiva disponibilità da parte di Fini al dialogo» e l'ha rassicurato sul fatto che «le cose che chiede sono già nel decreto». Contemporaneamente dal ministero dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, ha sottolineato che le risorse per la sicurezza ci sono. A Fini che ha chiesto come condizione all'ok al decreto legge sulle espulsioni, la modifica di tre punti chiave, Amato ha risposto che il provvedimento è completo. Fini, spiega il portavoce di Amato, «chiede che le espulsioni siano effettive e coatte e questo è esattamente quanto il decreto prevede. Chi ha visto le foto delle prime espulsioni da Malpensa del resto - aggiunge - non può avere dubbi». Poi Fini chiede che si possa espellere anche chi non ha reddito certo. Ma già oggi, ricorda Forquet, «questo è possibile». Quanto alla richiesta di aumento dei fondi, il Viminale ribatte che «il testo trasmesso al Parlamento permette l'assunzione di 4.500 unità delle forze dell'ordine, recupera diverse migliaia di unità da compiti amministrativi e destina 200 milioni in più al comparto sicurezza». Infine ribadisce di «essere aperto al dialogo e a miglioramenti». Fini sembra aver apprezzato l'apertura anche se sta sul chi vive. «Stimo Amato, mi accaloro tanto, ma non sopporto l'ipocrisia. Valuteremo, ma secondo me Amato dice una cosa che non è al cento per cento vera». La posizione di Amato non è piaciuta alla sinistra radicale. Russo Spena di Rifondazione s'è scatenato: «Trovo inquietante che il ministro Amato cerchi il dialogo con Fini invece di tentare di dialogare con la sua maggioranza». L.D.P.