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Il Papa: «Accoglienza per i migranti»

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IlPapa non cita in modo esplicito l'assassinio di Giovanna Reggiani, di cui sabato si sono celebrati i funerali, né le ronde contro gli immigrati, i decreti sulle espulsioni o le polemiche tra Italia e Romania, ma le sue parole, pronunciate ieri all'Angelus, costituiscono un alto richiamo di fronte alla vera e propria emergenza innescata dalla tragedia di Tor di Quinto. «Auspico — è stato l'appello di Benedetto XVI dinanzi alle decine di migliaia di fedeli riuniti in Piazza San Pietro — che le relazioni tra popolazioni migranti e popolazioni locali avvengano nello spirito di quell'alta civiltà morale che è frutto dei valori spirituali e culturali di ogni popolo e Paese». «Chi è preposto alla sicurezza e all'accoglienza — ha aggiunto il Pontefice — sappia far uso dei mezzi atti a garantire i diritti e i doveri che sono alla base di ogni vera convivenza e incontro tra i popoli». Il Papa ha voluto far riferimento alla situazione generale degli immigrati nei vari paesi, subito dopo aver sollecitato una «soluzione pacifica» per le tensioni tra Turchia e Iraq e per le popolazioni coinvolte, ma di fronte all'infuriare delle polemiche in Italia il richiamo di Ratzinger sollecita con forza a rifuggire la violenza e l'intolleranza e pone l'accento sul dovere di accogliere chi ha bisogno e di tutelare la sicurezza dei cittadini. Allo stesso tempo, gli immigrati hanno davanti a loro sia «diritti» che «doveri», ed è su questi che deve essere fondata la convivenza con i residenti. Dal podio più autorevole è stata così ribadita la posizione della Santa Sede, che già sabato era stata esplicitata dal primo collaboratore del Papa, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, invitando, nell'affrontare la questione degli immigrati, a «valorizzare la nostra antica tradizione di accoglienza» e, nello stesso tempo, a «essere fermi con coloro che si rendono protagonisti di reati, non accettano i criteri di cittadinanza tipici di un paese democratico e non accettano le regole fondamentali della convivenza». Per questo Bertone aveva esortato a distinguere «tra il buon grano e la zizzania» e a «non fare di ogni erba un fascio». Sempre «solidarietà» e «sicurezza» sono poi i due termini del binomio su cui richiama ieri il quotidiano dei vescovi italiani, «Avvenire». «Unire solidarietà e sicurezza può sembrare difficile — scrive in un editoriale — ma è l'impresa per la quale dobbiamo tutti impegnarci». «Per realizzarla — prosegue — sarebbe auspicabile, e possibile, un accordo tra le principali forze politiche perché da essa dipende il futuro del nostro Paese, quello che consegneremo alle nuove generazioni». In un secondo editoriale, poi, il giornale della Cei invita a «non lasciare spazio alla vendetta». «La squadraccia che a Tor Bella Monaca — sostiene ancora Avvenire — ha massacrato un gruppo di rumeni colpevoli solo di essere tali è il segno più vistoso, e terribile, di quei meccanismi oscuri che scattano in un territorio, quando la convivenza civile non sembra più del tutto garantita». «Certamente i picchiatori di Roma — aggiunge — erano già pronti con le loro spranghe da tempo, e vogliosi di "dare una lezione" agli stranieri».

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