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Caccia alla banda anti-romeni

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Che a fine settembre ha fatto irruzione nel campo nomadi di Ponte Mammolo. Che pochi giorni dopo potrebbe aver incendiato delle baracche a Tor de' Cenci e che all'inizio dell'estate potrebbe aver messo a segno una serie di aggressioni a romeni, con la stessa tecnica, nella stessa zona, nel reticolo di strade attorno all'ospedale di Tor Vergata: accerchiando gli stranieri, prendendoli a botte e a bastonate e poi accoltellandoli ai glutei. Gente proveniente da ambienti dell'estrema destra? Forse. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo: lesioni gravi è il reato configurato dal pubblico ministero Stefano Pesci, al quale sono stati delegati gli accertamenti. Il magistrato riceverà a breve un'informativa dei fatti da parte delle forze dell'ordine. Il raid sicuramente è stato pensato e studiato per cogliere di sorpresa, al buio, i romeni che abitualmente frequentano il parcheggio del supermercato periferico. Gli investigatori dei carabinieri hanno effettuato anche ieri altre perquisizioni e hanno interrogato ancora persone, anche appartenenti all'estrema destra capitolina, per capire se l'origine dell'azione possa arrivare proprio da quell'area. Il gruppo che ha assaltato l'altra sera i romeni, al grido di «Adesso fatevi sotto», potrebbe anche essere composto da persone che nella zona sono conosciute. I militari del Reparto operativo, comandato dal colonnello Fernando Nazzaro, hanno definito la scena del blitz. Alle 19 circa otto persone provenienti a piedi da via del Torraccio, col volto travisato con caschi o bandane, armati di bastoni e alcuni di coltelli, piombano nel piazzale di fronte al supermercato Lidl ancora aperto. Agiscono in pochi minuti. Il via lo dà uno del gruppo: «Avanti». Poi partono i colpi e alla fine restano a terra tre persone su quattro prese di mira. Il raid è violento e rapido. I romeni gridano e sanguinano. Anche la fuga della banda è breve: il gruppo, sempre a piedi e col volto travisato, gira per via del Torraccio e sparisce, non lo vede più nessuno. Uno dei feriti riesce ad alzarsi, va nel supermercato a chiedere aiuto: ha una taglio sulla testa e il sangue che gli cola sul volto. «C'era puzza di sangue in tutto il locale», ricorda uno degli addetti del mercato. I carabinieri arrivano subito: dalla Compagnia di Frascati, competente per territorio, dala Compagnia Casilina e da altre stazioni. I militari passano al setaccio il piazzale, in cerca di qualcosa, una traccia, magari un oggetto perso da quella banda. Niente. Il terreno è pulito. Le condizioni dei tre feriti, intanto, sono migliorate, anche quelle di Emil Marcu, 47 anni, ricoverato a Tor Vergata. Intanto, il giorno dopo nella zona c'è chi tira quasi un sospiro di sollievo. «Era oraaa», dice a finestrino abbassato, da un'auto di passaggio, la voce di un ragazzo che per un attimo attiura l'attenzione delle persone che si trovano sul piazzale del raid anti-romeni. La zona è difficile, la convivenza tra gli abitanti del quartiere e gli occupanti di campi abusivi e baraccopoli è spesso costellata di episodi, quotidiani, di violenze e soprusi. Oggi, alle 18 a Ponte Milvio, nonostante il no della Questura, la sezione di Forza Nuova a Torre Angela terrà una fiaccolata "spontanea". «Il raid non ha matrice politica - dice il coordinatore Daniele Pinti, 21 anni, studente di Scienze politiche all'università - ma va detto che sono mesi che subisce violenze, rapine e altri atti di violenza. Il disagio è molto».

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