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Montecitorio si impantana. Un voto in dodici giorni

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Montecitorio

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[...] E va bene che è lunedì e i deputati devono curare il rapporto con il loro collegio elettorale, anche se non esistono più. E passi per il fatto che il primo giorno della settimana di solito è deputato ad accogliere gli elettori, ascoltare le loro richieste. E va bene anche questo. E vada pure per le fatiche, per lo stress della Finanziaria che sta per arrivare, bisogna pure allenarsi e prepararsi. E va bene, va bene tutto. Ma anche stavolta, come l'anno scorso, per un giorno di festività, il primo novembre, Montecitorio chiude per una settimana. Domani sera scatta lo «sciogliete le righe» e vai con la libera uscita, si ritorna martedì 6 novembre. Non è ancora ufficiale ma potrebbe essere deciso così già oggi dalla conferenza dei capigruppo. Certo, si tratta di un giorno in meno rispetto allo stesso periodo di un anno fa, ma è pur sempre una settimana piena di vacanza. Se il calendario non sarà variato, dunque, a Montecitorio verrà stabilito probabilmente un nuovo record: dodici giorni, un solo voto. Infatti la Camera si è espressa l'ultima volta giovedì 25 ottobre. E che voto: ha dato il via libera a una serie di ratifiche internazionali. Niente votazioni dal 26. Probabilmente lo farà stamattina sull'assestamento di Bilancio e poi niente fino appunto al 6 novembre. E quello dovrebbe essere l'unico voto in dodici giorni. Uno solo. E tra una settimana dovrebbero essere calendarizzate di nuovo le riforme costituzionali sulle quali sta spingendo il più possibile il presidente della prima commissione, Luciano Violante. Il progetto è arrivato in aula lunedì 22 e in tre giorni l'aula non è riuscita ancora a esprimersi una sola volta. Un po' per il quasi ostruzionismo di Forza Italia e un po' (forse soprattutto) perché le questioni più spinose non sono state affrontate dalla commissione e sono state rinviate all'assemblea dove un'intesa sembra più difficile. Insomma, non è detto che alla ripresa si ricominci a votare. Montecitorio s'è impantanato. O forse lo è stato sempre. Almeno dall'inizio della legislatura. Le leggi promulgate sono state appena 101 in un anno e mezzo. Tanto per avere un termine di paragone, negli stessi primi diciotto mesi della legislatura precedente, quella del governo Berlusconi, le leggi varate furono 231, più del doppio. E questo nonostante il fatto che il presidente Fausto Bertinotti abbia imposto un'accelerazione. Al compimento del primo anno di attività, nel maggio scorso, i media sono stati invasi di articoli che mettevano in risalto come Montecitorio nella nuova legislatura avesse combinato poco o nulla. Da quel momento in poi Bertinotti ha provato a cambiare marcia. Da una media di 12,7 sedute al mese si è arrivati a 14. Più riunioni ma le decisioni sono rimaste le stesse. Anzi, dalla fine dell'estate i deputati hanno combinato ben poco: appena sette le leggi approvate.

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