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Il Prof prova a salvarsi: "Niente fiducia o cadiamo"

Prodi

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Tantoche Prodi sta cercando in tutti i modi di passare indenne questa prova (il premier vuole evitare la fiducia sulla Manovra perché troppo rischiosa). Nel frattempo la commissione Bilancio di Palazzo Madama sta lavorando pancia a terra per esaminare tutti gli emendamenti, ma il clima è tutt'altro che disteso. E se il buongiorno si vede dal mattino c'è più di un motivo per credere che la previsione fatta dall'opposizione si avveri. Anche ieri ad esempio (era già successo domenica ndr), i diniani e il gruppo dell'Italia dei Valori hanno disertato la riunione di maggioranza convocata al Senato per fare il punto sulla Manovra. Con loro assenti anche i «dissidenti» Willer Bordon e Roberto Manzione. Tutti e tre, ovviamente, hanno i loro motivi. Il capogruppo dell'Idv Nello Formisano, così come era accaduto il giorno precedente, ha spiegato che si è trattato di un «problema di comunicazione». Il diniano Giuseppe Scalera sottolinea che «il suo gruppo ha posto una serie di problemi a Prodi e alla coalizione. Problemi su cui crediamo ci sia una necessità di ascolto. Attendiamo riscontri positivi - aggiunge -. Se non arriveranno è chiaro che ci saranno degli atti conseguenti». Per quanto riguarda Bordon e Manzione, invece, si tratterebbe di un'assenza tattica. I due volevano ricevere rassicurazioni sul fatto che verranno presi in considerazione i loro emendamenti sul taglio dei ministri. Rassicurazioni che il relatore Giovanni Legnini ha dato («Anche se non ci sono il governo da un lato, e io dall'altro, portiamo avanti il confronto»). Ma, al di là delle giustificazioni, la situazione sembra ormai al limite. Tanto che un senatore ulivista commenta: «La mia sensazione è che si stia aspettando chi butterà il cerino nella benzina». Insomma la caduta sarebbe ormai imminente. C'è anche chi ipotizza che la spallata tante volte preannunciata dal Cavaliere potrebbe esserci già la prossima settimana in occasione del voto sulle pregiudiziali della Finanziaria. «Luigi Pallaro verrà a votare? - si domanda un senatore diessino - E Cossiga? Bordon e Manzione che faranno? Bastano 3-4 situazioni di questo tipo e si cade». Forse consapevole di questo Romano Prodi sta provando a salvare il salvabile. Stamattina il suo portavoce Silvio Sircana incontrerà a Palazzo Chigi i capigruppo della maggioranza per mettere a punto la comunicazione. Contemporaneamente il premier presiederà la Conferenza unificata che dovrà esprimersi sulla Manovra. Mentre in serata non è escluso che Prodi possa prendere parte al vertice dei gruppi parlamentari dell'Ulivo con il segretario del Partito democratico Walter Veltroni. Ieri, intanto, a Palazzo Chigi, Prodi si è riunito con il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta e quello all'Economia Nicola Sartor per fare il punto sul cammino parlamentare della legge Finanziaria. Nel pomeriggio, poi, ha incontrato il senatore dissidente Fernando Rossi che gli ha presentato l'elenco di proposte del suo Movimento politico dei cittadini. L'obiettivo è cercare di far rientrare il dissenso anche se sembrano esserci scogli insormontabili. Come Lamberto Dini che, dicono i suoi, ormai non parla più con Palazzo Chigi neanche al telefono. Forse per questo Prodi vuole a tutti i costi evitare la fiducia che considera un rischio troppo alto per il governo. Gianfranco Fini lo stuzzica: «Se non la mette è difficile pensare che uscirà da Palazzo Madama». Poco importa, il Professore vuole portare avanti la sua strategia che, forse, gli permetterà di superare il primo passaggio del testo al Senato. Sul secondo passaggio, però, i dubbi crescono.

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