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Tutti pazzi per Walter Crozza

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Crozza/Veltroni

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Ai fans e alle vittime, non solo a chi ride ma anche a chi fa ridere, grazie a lui e alle sue azzeccatissime imitazioni, milioni di italiani. Maurizio Crozza sta diventando un fenomeno. Che ormai travalica la satira politica e sconfina nella politica pura. Il suo ultimo «successo», la parodia di un ultra-ecumenico neosegretario del neonato Partito democratico ha fatto piegare in due gli spettatori, raccolto i consensi degli internatuti che se l'erano persa in tv e l'hanno «recuperata» online, stimolato la vena ironica del Cavaliere che non ha perso l'occasione di imitare l'imitatore. Berlusconi stava parlando all'assemblea dei Liberaldemocratici quando, nel suo consueto ed eclettico show, ha recitato la parte di Veltroni come lo vede il comico genovese che diventò popolare sul piccolo schermo con la «Gialappa's Band» a metà degli Anni '90. Con una sincronia non involontaria, nella domenica delle primarie d'ottobre, campale per il centrosinistra, Crozza è apparso su «La7» indossando un colbacco che aveva come stemma un punto interrogativo rosso e, sulle note dell'Internazionale, ha attaccato: «Compagni avanti gran partito, noi siamo dei lavoratori, ma anche imprenditori, non siamo più nei campi e nelle officine, siamo in banca e alle anteprime...». Ma il pezzo forte arriverà poco dopo. Il personaggio è «l'amico» Walter. Crozza lo presenta truccato in modo magistrale e cercando di parlare con quel tono placido, pacato, rassicurante. Veltroniano, insomma. L'importante, però, in questo caso è il contenuto. Dalle labbra di Maurizio prorompe un fiume di opposti inconciliabili, di utopica tolleranza dei contrari, di ossimori impietosi. In una parola, anzi due, Crozza presenta il capo del partito dei «MaAnchisti» italiani. «Vogliamo un'Italia progressista...ma anche conservatrice - fa dire al sindaco-segretario del Pd - Siamo per la giustizia ma anche per l'ingiustizia, per una società felice ma anche depressa. Vogliamo essere di sinistra ma anche di destra, perché non possiamo lasciare la destra alla destra, non possiamo lasciare Berlusconi a Berlusconi...». Una performance esilarante, satira che scava nelle contraddizioni di un leader, che ridicolizza il suo buonismo universale e, quindi, impossibile, irreale. Uno spettacolo, come dicevamo, che ha riscosso un plauso bipartisan. Che è piaciuto a Berlusconi ma anche, almeno sembra (sappiamo che Crozza e il primo cittadino della Capitale ne hanno parlato per telefono ma non sappiamo che cosa si sono detti), a Veltroni. Il Cavaliere l'ha adottato nel suo comizio. Su Youtube in una sola settimana il video ha raggiunto oltre 3000 contatti. E i commenti dei navigatori del web sono stati entusiastici. Uno fra tutti: «Guardandolo si può ridere, ma anche piangere».

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