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La Forleo attacca: "Il pericolo viene dalle istituzioni"

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Dopoil caso De Magistris scoppia quello del gip di Milano Clementina Forleo. Il giudice in una lettera inviata al prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, nella sua qualità di presidente del comitato porvinciale per l'ordine e la sicurezza, e al procuratore generale Mario Blandini, spiega con parole dure il motivo per cui ha rinunciato alla scorta che le era stata assegnata e recentemente potenziata dopo le minacce ricevute per posta con tanto di proiettile. La Forleo sottolinea che la scorta non le è necessaria anche se continua a ricevere minacce anche al marito, giacchè «gli attacchi non provengono dalla piazza, ma da ambienti istituzionali». E di questi ambienti però ha deciso di non fare nomi «per motivi di sicurezza e perchè non mi sento protetta». Di questi attacchi, dice di aver parlato coi suoi familiari e con Ferdinando Imposimato. E l'ex magistrato ha rivelato che il gip gli ha rivelato di aver ricevuto «pressioni collegate alle inchieste sulle scalate (quelle relative alla Bnl-Unipol e Antonveneta, ndr). La Forleo ha anche sottolineato le «protratte condotte omissive e attive di taluni esponenti dell'arma» deputati alla sua sicurezza. Il giudice si è lasciato andare anche a una battuta. «La scorta non è un taxi gratuito» e quindi non è rilevante a fronte di «tentativi di delegittimazione che provengono da esponenti istituzionali». Poi a chi gli ha chiesto se teme per la sua incolumità ha risposto di «voler lavorare come e sempre di più». Forleo parla anche delle indagini fatte a Brindisi in relazione a minacce subite in passato dai suoi familiari. Secondo quanto scrive Forleo queste indagini sarebbero state carenti al punto che il giudice avrebbe imposto di sentire alcune persone informate dei fatti. «Sia chiaro - ha detto il gip - la morte dei miei genitori non c'entra nulla perché fu un mero incidente, ma io chiedo giustizia in relazione a minacce ricevute dai miei familiari, non penso assolutamente a un complotto contro di me e non ho nulla contro i Pm di Brindisi». La Forleo ha parole dure anche verso quanti hanno criticato le sue dichiarazioni televisive. «Finchè non ci sarà un editto che stabilisca quali magistrati possono parlare e quali non possono, quando possono o non possono farlo, sempre al di là della riservatezza sulle questioni legate agli atti d'ufficio - ha detto la Forleo - io riterrò di parlare assumendomi tutte mie responsabilità». Non fa il nome il gip di Milano, ma è evidente che tra i bersagli ci sono anche le dichiarazioni del deputato e ex magistrato Luciano Violante. L'ex presidente della Camera dei deputati ha bacchettato i magistrati che parlano in tv. Sarà la Procura di Brescia ad esaminare la denuncia presentata dal Gip di Milano, sulle minacce che avrebbe ricevuto da soggetti istituzionali. Oggi si riunirà alla Prefettura di Milano il comitato per l'ordine e la sicurezza per affrontare la questione della scorta.

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