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«Silvio fatti da parte e smetti di chiedere elezioni anticipate»

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Un tema che ha privilegiato fin dalla sua «discesa in campo» per le primarie, all'insegna dello slogan «una nuova stagione». Con trent'anni di politica alle spalle, il sindaco di Roma si candida quindi, con l'investitura del premier, a cambiare l'Italia e le istituzioni. Guarda avanti, Veltroni, ma al contempo riserva un'attenzione particolare anche al passato, tanto che i politici citati nel suo discorso «con nostalgia» sono Benigno Zaccagnini ed Enrico Berlinguer. «Un'Italia nuova nasce da un nuovo assetto istituzionale - dice Veltroni - Se qualcuno mi chiedesse qual è, guardando in Europa, quello che preferisco, risponderei quello francese. Ma so che insieme a ciò che è giusto, c'è ciò che è possibile». Le sue preferenze si devono infatti conciliare con quelle della maggioranza, che converge sul proporzionale tedesco, rilanciato anche da D'Alema. Ma al di là dei modelli, una cosa è certa: secondo il segretario non si può tornare a votare con l'attuale legge: «Sarebbe un atto irresponsabile», che comporterebbe «solo nuova ingovernabilità, nuove risse, nuova frammentazione». Da qui l'impegno a sostenere «ogni soluzione migliorativa» e l'appello a tutte le forze politiche al dialogo. Un tema, quello della legge elettorale, che va di pari passo con le riforme: quello che Veltroni auspica è «una sola Camera legislativa, la metà dei parlamentari nazionali, più poteri al premier, più velocità di approvazione per le leggi proposte da chi governa» e poi «una riforma del regolamento parlamentare che stabilisca che non sarà più possibile formare gruppi che non abbiano la stessa sigla con cui si sono presentati alle elezioni». E ce n'è anche per la tv, che ha bisogno di nuove regole: meno presenza dei politici, visto che non è necessario «stare ogni giorno in televisione, ogni giorno a dire la propria su tutto, ad animare o a rispondere a una polemica», e poi occorre «smetterla con l'idea contabile della par condicio». Infine l'attacco all'opposizione «che si è sempre opposta a ogni dialogo per le riforme, prima con la Bicamerale, poi con lo strappo della devolution, oggi dicendo "no al dialogo, subito alle urne"». E il riferimento a Berlusconi, che «si è candidato alla presidenza del Consiglio già quattro volte, la prossima sarebbe la quinta, cosa che non succede in nessun Paese al mondo». Un invito, insomma, a farsi da parte, e a smetterla di invocare elezioni anticipate. Com'era prevedibile, infatti, Veltroni ribadisce appoggio e sostegno al governo di Prodi, rispondendo così alle voci che in modo sempre più incalzante parlano di elezioni in primavera.

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