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Il Gr è diventato Radio Ds

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Troppa, questa l'accusa che viene mossa al direttore, la pattuglia di giornalisti di centrosinistra in redazione. Un'inversione di tendenza rispetto al passato, fanno notare molti, visto che il precedente direttore seguì un metodo completamente diverso. Niente lottizzazioni. Nessuna spartizione. Bruno Soccillo, anche se vicino ad Alleanza nazionale, evitò nomine targate centrodestra, adottando un approccio molto più morbido. Non così per Antonio Caprarica che se sceglie il colore rosa per le sue cravatte, in fatto di nomine dimostra di vederci rosso. E così con calma e perseveranza l'ex inviato Rai a Londra e Parigi ha piazzato uomini e donne, tutti professionisti, però fedeli al centrosinistra. O meglio al futuro Partito democratico. Dai posti di direzione a quelli di conduzione. Dai programmi agli spazi. Tutto colorato di rosso. Come nel caso di Giulia Fossà, scelta per condurre «Nudi e Crudi» la trasmissione che ha messo in soffitta il glorioso «Il Baco del millennio», e che è stata tra i firmatari dell'appello per «la bella televisione». Non un appello qualunque, il primo firmatario è il responsabile Informazione dei Ds: è un'iniziativa di partiti. E così Caprarica è andato rinnovando la struttura. Un'impresa in cui è riuscito evitando persino aspre critiche. Non che non ci siano state, anzi alcune volte hanno raggiunto i piani alti, ma senza mai giungere a nulla. Perfino i sindacati, sempre pronti a fare sentire la loro voce contro chi comanda, hanno accettato un basso profilo. Tanto che in Azienda si parla di «Radio Quercia» piuttosto che di Radio Rai. Ecco che allora gli spazi e le poltrone sono diventate ad appannaggio di professionisti legati al Partito Democratico. Come accaduto per la scelta della guida del servizio politico dove Caprarica ha designato tutti diessini. Al posto di comando Albertazzi, con vice Ersilia Carbone. Quest'ultima preferita a Natalia Augias che adesso è emigrata al Tg1. Dei sette vice direttori i due che guidano la squadra del mattino sono i diessini De Martino e Marzoli. Anche per le notizie economiche Caprarica ha fatto riferimento ad esponenti di sinistra come il caporedattore Roberto Pippan ed il vice Lucia Coppa proveniente dalle file dell'Usigrai. Una strategia che si è ripetuta anche quando è stato necessario intervenire sulla cronaca dove anche lì Caprarica ha deciso di inserire giornalisti di provata fede. In questo senso è da leggersi la direzione di Mario Vitanza, proprio al posto di un uomo vicino al centrodestra come Maurizio Isita che è stato costretto a riparare nel servizio Società. Due i vice di Vitanza, Fabio Sanfilippo e Maria Teresa Bellucci. E che rimane del centrodestra? Poco, davvero poco. E si sente: è il caso di dirlo. Come dimostra la vicenda di Stefano Mensurati per anni voce famosa di «Radio Anch'io», ultimo baluardo del centrodestra e sopravvissuto alle nomine di Caprarica, ma che da settembre è stato scalzato da Giorgio Zanchini. Ottimo professionista, ma anche lui di centrosinistra. Come tanti altri.

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