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E la Montalcini prese la parola per difendere i «suoi» soldi

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Lei, rannicchiata sulla sua sedia, con la mano destra fissa sull'orecchio per reggere l'auricolare. Nessuno si immaginava che, un giorno, avrebbe anche parlato. Lo ha fatto giovedì notte, dopo quasi 12 ore di lavori parlamentari. Lo ha fatto quando l'Aula si è trovata davanti l'articolo 31 del decreto fiscale collegato alla Finanziaria. Quello, per capirsi, che assegnava «un contributo straordinario di 3 milioni di euro» alla Fondazione Ebri di cui la senatrice a vita è presidente. La polemica, ovviamente, era nell'aria. Tanto che, iniziando la discussione, il presidente della commissione Bilancio Enrico Morando ha provato a lanciare un appello: «Forse, una volta tanto, si può votare tutti assieme che non fa male a nessuno». Parole sprecate. Dall'opposizione comincia l'attacco. I più veementi sono quelli della Lega che hanno presentato un emendamento per sopprimere il finanziamento. L'ex Guardasigilli Roberto Castelli non usa mezze parole: «Vorrei leggere l'articolo 416-ter del nostro codice penale che definisce voto di scambio la promessa del voto in cambio di denaro». Per Castelli i soldi alla fondazione Ebri altro non sono che un «emolumento che viene dato per il voto della senatrice Levi Montalcini». A questo punto, però, la Cdl si divide. Gianfranco Rotondi chiede una «considerazione più generosa» per la senatrice. Rocco Buttiglione annuncia il voto contrario dell'Udc all'emendamento: «Sappiamo tenere distinta la valutazione dei meriti scientifici dalla valutazione della lotta politica». L'atmosfera in Aula si surriscalda. Urla, imprecazioni, il presidente Franco Marini fatica a tenere calmi gli animi. A questo punto la mano della senatrice si alza: chiede di parlare. Cala il silenzio. «Signor presidente - esordisce con voce flebile - io non voterò, ma ringrazio molto quanti si rendono conto dell'attività svolta dall'istituto Ebri per la scienza italiana. Sono veramente molto grata a tutti coloro che si rendono conto di quanto stiamo facendo per la scienza, che mai è stata così utilmente portata avanti. Grazie infinite». Applausi. Continuano gli interventi. Forza Italia si astiene, polemizza un po', ma alla fine loda il premio Nobel per la sua attività. Solo Francesco Storace che, alla Montalcini ha regalato una stampella (metafora del ruolo da lei svolto nei confronti del Professore) getta benzina sul fuoco: «Non c'è nessun premio Noble al mondo che vota gli emendamenti di un governo in un'Aula parlamentare». Ma è tardi. L'emendamento viene bocciato, il finanziamento resta e, il giorno dopo, Montalcini commenta soddisfatta: «È andata benissimo. È cominciata contro di me ed è finita portandomi in gloria. Anche da quelli che non sono del mio partito come Forza Italia (io sono di sinistra) tutti hanno dichiarato di essere a mio favore e mi hanno omaggiato. Anche i miei nemici».

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