De Magistris, il Csm prova il blitz
Ilblitz è pronto e prevede una riunione di primo mattino della prima commissione del Csm, quella che vaglia le posizioni disciplinari e a cui è affidato adesso il caso del pm calabro-napoletano. L'organismo ristretto potrebbe dunque decidere di rimuovere dalla procura catanzarese il sostituto procuratore dell'inchiesta «Poseidone» e «Why not» (nella quale il presidente del Consiglio Romano Prodi e il ministro della Giustizia Clemente Mastella figurano come indagati) e destinarlo altrove. Ma, e sarebbe questa la novità, non agirebbe per incompatibilità disciplinare; per un errore soggettivo insomma. Bensì per una incompatibilità oggettiva, per la situazione che si è venuta a creare nella procura con un generale conflitto tra procuratore e sostituto. Ambienti parlamentari vicini al centrosinistra fanno notare che questa soluzione salverebbe il governo. Il ministro Di Pietro, che difende De Magistris, potrebbe sventolare il fatto che il pm non è stato ritenuto colpevole di alcunché, non ci sarebbe nessuna sanzione disciplinare a suo carico. Il ministro Mastella, invece, potrebbe rivendicare il fatto di aver chiesto per primo la rimozione del magistrato. Nel centrodestra, invece, le prime indiscrezioni hanno irritato i responsabili della Giustizia. I quali vorrebbero invece che il Consiglio superiore della magistratura decida nel merito, come stabilito, a metà dicembre. La Cdl spera infatti che si arrivi alla sanzione. Le divisioni sono giunte anche all'interno del Csm, visto che la prima commissione è rimasta riunita ieri sino a tarda sera. Blitz o non blitz, da oggi all'attenzione del Csm ci sarà anche il provvedimento con cui il procuratore generale di Catanzaro, Dolcino Favi, ha avocato l'inchiesta Why Not, sottraendola così a De Magistris. Provvedimento trasmesso a Palazzo dei Marescialli dalla stessa Procura generale del capoluogo calabrese e assegnato alla Settima Commissione, competente sull'organizzazione degli uffici giudiziari, che oggi comincerà ad occuparsene. Ma i consiglieri dell'organo di autogoverno della magistratura non avrebbero poteri di intervento su un atto di questo genere, che è processuale. Per questo c'è chi sostiene che alla fine si dovranno limitare ad una presa d'atto del provvedimento. De Magistris intanto ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla turbativa d'asta in relazione agli appalti nella sanità. Nell'inchiesta anche altre otto persone e tra queste il capo di gabinetto di Loiero, Michele Lanzo. F. d. O.