Il sorriso indigesto nasconde la resa
Questa,infatti, è l'aria che tira, nonostante i presunti chiarimenti al Consiglio dei ministri sul cosiddetto caso Mastella. E se ci fate caso noterete che tutti stanno cercando di posizionarsi per l'immediato, consapevoli che il governo è morto. L'unico che non se n'è accorto, anzi, l'unico che fa finta di nulla e continua a ridere è proprio lui, Romano Prodi. E i corifei che si sono affrettati a scrivere di una schiarita. È incredibile, ma dopo tredici anni dall'avviso di garanzia a Napoli a Silvio Berlusconi è ancora una volta un atto della magistratura a decretare la fine di un governo. Al di là dei meriti o demeriti dell'inchiesta del pubblico ministero De Magistris si tratta di un fatto grave. Segno di una crisi profonda nel rapporto delicato tra poteri, un conflitto irrisolto che continua a infierire su un Paese che avrebbe bisogno di ben altro clima per rimettersi in carreggiata. L'Italia vive una profonda crisi. Non ci si occupa del bene comune e questo governo sta implodendo perché non ha una strategia chiara e univoca. È pur vero che la Cdl perse le elezioni anche per lo stesso motivo, e questo la dice lunga sulla drammaticità della situazione. Il Capo dello Stato, che del Csm è Presidente, continua a invocare un comportamento responsabile da parte delle Istituzioni. Mai inquilino del Colle fu meno ascoltato di Napolitano in queste ore. Parlano tutti, a volte troppo. De Magistris annuncia alla radio che sarà di nuovo ospite di Santoro, non sappiamo per ora quale palcoscenico sceglierà Mastella, Di Pietro, suo avversario (i due hanno giurato ieri a Palazzo Chigi di non parlarsi più) e gran corteggiatore di De Magistris, non ha problemi: è ovunque. Intanto l'Italia arranca, il pan ci manca e sul ponte sventola bandiera bianca. Magari il quadro non è così fosco, più che di pane c'è crisi di companatico, ma certamente da parte della gente c'è aria di resa, e questo è davvero un gran brutto guaio. Prodi ieri ha dato piena fiducia a Mastella e alla politica giudiziaria, ha dato ragione al Quirinale e ha pure confermato la piena fiducia nell'azione indipendente della Magistratura. Aria fritta, tutte cose assolutamente scontate. E ci mancava altro: pochi ricordano che anche il premier è nel registro degli indagati del magistrato calabrese. L'avesse fatto o detto Berlusconi con un suo ministro della Giustizia avremmo avuto milioni in piazza con bandiere rosse e arcobaleno e in testa, ovviamente, il sindacalista dei giornalisti che avrebbe gridato all'attentato alla libertà. Le cronache della serata di ieri, dopo il Consiglio dei Ministri, riportano che a detta di Prodi il caso Mastella è chiuso. Questa volta però diamo ragione a Di Pietro: la frittata è stata fatta. Andranno avanti così ancora per qualche settimana. Per il male di questa Italia.