La Cdl rilancia la sfida «I veri riformisti sono qui»
È questo il messaggio lanciato al convegno organizzato dalla Cdl al centro convegni Capranica a Roma, ma al quale hanno partecipato in modo trasversale anche intellettuali della sinistra riformista da Nicola Rossi a Franco Debenedetti a Ichino. Una riunione composta, dai toni pacati alla quale però non è mancato un momento di tensione con l'ingresso in sala di un gruppo di ragazzi che si sono definiti «Giovani comunisti». Muniti di uno striscione con la scritta «Siamo così giovani che non possiamo lavorare» e di un cartello «Il protocollo non me lo accollo» hanno inscenato una contestazione rivolgendosi in modo polemico ai relatori e al parterre che li ha accolti al grido: «Andate a lavorare». I giovani se la sono presa soprattutto con i leader sindacali. «Come fate a stare qui con gente di oltre 60 anni con il portafogli pieno mentre c'è chi non guadagna più di 400 euro al mese? Qui non c'è traccia di precari». Poi il lancio di alcuni volantini con un elenco di numeri sul precariato. Ne è seguito un tafferuglio con alcuni giovani di Forza Italia guidati dall'azzurra Lorenzin che hanno cercato di allontanare i contestatori dalla sala mentre questi cercavano i riflettori delle telecamere. In un angolo l'ex senatore Ds Debenedetti ha sottolineato: «Il riformismo è qui non a piazza San Giovanni. La manifestazione della sinistra radicale dimostra la difficoltà della maggioranza a imboccare la strada del riformismo». Mentre i giovani guadagnavano l'uscita il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, visibilmente in imbarazzo, commentava: «Hanno avuto un comportamento sbagliato, la strumentalizzazione politica è inaccettabile. Quei giovani non si rendono conto che la Biagi ha consentito la regolarizzazione di numerosi contratti a termine». In difesa della riforma del mercato del lavoro, anche il leader della Uil, Luigi Angeletti. «Il pacchetto Treu e la legge Biagi vanno difese perchè hanno portato risultati positivi. E per questo non capisco quali obiettivi si possa porre la manifestazione della sinistra radicale. Le nuove regole, dunque hanno funzionato. Hanno fanno emergere il lavoro in nero e trasformato i Co.Co.Co che erano un ibrido». Ristabilita la calma, in sala è stata letta la lettera inviata da Berlusconi che sottolineava la «modernità della legge Biagi» e il consenso «che ha superato i limiti del centrodestra». Il convegno è stato a più voci. Il leader Udc Pier Ferdinando Casini ha ribadito che «ci sono due Italie, una riformista ed un'altra attardata sul post '68, reazionaria anche se sfila con le bandiere rosse». Si è fatto sentire l'ex ministro del Welfare, il leghista Roberto Maroni. «Cancellare o ridurre la flessibilità significa aumentare l'area del lavoro nero». L'economista di Forza Italia, Renato Brunetta, del comitato promotore della manifestazione, ha sciorinato i numeri dell'esito della legge Biagi. «In 10 anni sono stati creati circa 3 milioni di posti di lavoro». Presenti anche le categorie, Confcommercio, confartigianato e Confagricoltura che in coro hanno chiesto la fine «del confronto ideologico» e il completamento del disegno riformista.