Raffaele e Luigi continuano a difendere la legge
Il 21 febbraio scorso, a margine di un convegno, dichiara che «la Uil è contraria all'ipotesi di abrogazione della legge perché si ripreciterebbe nella situazione preesistente con due milioni di collaboratori coordinati e continuativi, e questo sarebbe un fatto ignobile». E aggiunge: «Chiunque pensi che con l'abrogazione si risolvano i problemi è matto». Il primo marzo gli fa eco Raffaele Bonanni. Il segretario della Cisl spiega che la Biagi non ha «creato più precarietà di quella che c'era», definisce «eroi del lavoro» il professore ucciso a Bologna e il suo collega Tarantelli assassinato a Roma molti anni prima e sostiene che l'intenzione di abbattere la loro esperienza è «criminale».Il 19 dello stesso mese Bonanni si ripete: «Biagi - sottolinea - è stato ucciso perché «aveva capito che bisognava adeguare il mercato del lavoro italiano alla nuova realtà europea». E il 26 marzo, sempre il capo della Cisl, ripete che il suo sindacato «difenderà la legge Biagi», perché quelle norme «non sono sbagliate» ma sono il frutto dell'inattività contrattuale del sindacato stesso. Il 4 maggio è di nuovo il turno di Angeletti. «Abolire la legge - conferma - è una stupidaggine» mentre ammette che si può discutere una sua eventuale modifica. Bonanni torna all'attacco il 6 giugno: «Dare l'impressione che un governo possa modificare quello che ha fatto un governo precedente innesca un processo di confusione che porta in ogni ciclo politico il cambio delle norme», osserva. E il 24 settembre aggiunge che il problema non è «rimuovere la Biagi» ma «far retribuire di più la flessibilità». Arriviamo infine ai giorni scorsi. il 16 ottobre Bonanni annuncia che parteciperà al convegno pro-Biagi e non al corteo della sinistra radicale. Il 18 Angeletti lo segue a ruota: «Andrò al convegno sulla Biagi», dice, precisando di non comprendere le ragioni della manifestazione anti-protocollo.