"E' la tv che ha invaso la politica"
Presidente,la sinistra va in tv e l'Italia cambia canale. Tutti i programmi con ospiti i big dell'Unione registrano dati d'ascolto bassi. Perché? «È la conseguenza della stanchezza degli italiani nei confronti di questo governo. Non mi stupisce, basta andare in giro a sentire cosa dicono gli elettori. L'impopolarità si sta trasformando in sofferenza». Maurizio Costanzo aggiunge: sono anche i conduttori che non fanno parlare di cose interessanti. È così? «È quello che stiamo cercando di appurare con l'indagine conoscitiva che ha avviato la commissione che presiedo. Il cui titolo potrebbe essere: dove va l'informazione politica al tempo dell'antipolitica». Appunto, dove va? «L'indagine è appena iniziata e una parte della sinistra è già insorta. Non è un processo alla tv, vogliamo solo fare un'analisi, capire». Che cosa c'è da capire? La politica in tv non tira più. «Sbaglia. Sbaglia di grosso. È il contrario, è la televisione a ricercare continuamente la politica». Ne è sicuro? «Scusi, ma Le Iene tutti i giorni davanti al Parlamento ce li ho mandate io? Le ha chiamate Bertinotti? La verità è che fa comodo, piace una certa rappresentazione della politica. Dunque, è la tv che rincorre la politica; non il contrario». D'accordo, ma sono i politici che vanno a prendersi le torte in faccia al Bagaglino... «Vero, ma questo conferma quello che dico. È la televisione che sta dando luogo a questo nuovo filone, la ridicolizzazione della politica. Poi, è chiaro, ci sono anche parlamentari che si prestano. E non fanno un buon servizio alla politica». In che senso? «Uno spettatore che vede un ministro che si tira la torta in faccia sul momento si fa una risata. Ma un minuto dopo pensa: ma perché quello lì mi deve rappresentare? Il politico è vittima del proprio narcisismo ma la tv è colpevole di spaccio di cattiva visibilità, che è la vera patologia tra informazione e politica». Presidente, anche lei è andato in programmi di intrattenimento? «Certo, ma negli spazi informativi. A spiegare che cos'era il digitale terrestre, per esempio. Non a fare le pernacchie». O a fare i risotti come D'Alema, come vede la tendenza è in voga da qualche anno... «L'umanizzazione della politica è una cretinata. Guardi, un tempo era il capo di partito che andava alle Tribune politiche e veniva intervistato dai migliori giornalisti italiani. Ora abbiamo il contrario: un conduttore e i politici a beccarsi come in un pollaio. Vorrei che si tornasse alla prima formula. Magari un leader intervistato da Santoro, Floris, Vespa, Feltri, Ferrara...». Intanto imperversa l'antipolitica. «L'antipolitica non esiste, è solo un modo comodo di fare politica senza assumersi responsabilità».