Rosy contro Walter: «Danneggia Prodi»
E ieri ha rincarato la dose, definendole «da prima Repubblica». Insomma, la cattolica Rosy sembra non aver recepito gli «inviti» del premier ad attenuare le polemiche fra candidati e a mantenere un profilo unitario. «Fin dall'inizio non è stato chiaro se la possibile segreteria Veltroni avrebbe messo in difficoltà l'esecutivo. Oggi sembra un fatto assodato. Tutte le proposte, compresa quella di dimezzare i ministri, vanno in questa direzione», ha attaccato la Bindi rispondendo a un giornalista. «L'idea di rimettere le deleghe dei ministri del Partito democratico - ha aggiunto - mi ricorda abitudini della prima Repubblica, quando erano i congressi della Dc e del Psdi a decidere l'uscita delle delegazioni dai governi. Ma la Costituzione stabilisce che i governi li fa il presidente del Consiglio, tanto più se indicato dagli elettori e scelto dai cittadini con le primarie. Finocchiaro propone addirittura l'azzeramento dei ministri. Beh, queste sono veramente pratiche da prima Repubblica, atti destabilizzanti per il governo». Secondo il ministro per la Famiglia, alle primarie sono di fronte due proposte diverse tra loro. La sua è quella di un Pd che sostenga Prodi, l'altra è «meno interessata al partito perché vuole soprattutto prendere l'ascensore per Palazzo Chigi. Altrimenti non si spiegano certe uscite. Prima si danno gli otto mesi all'esecutivo, poi arriva la proposta di ritirare i ministri. E dopo? Sia chiaro: se casca Prodi si torna al voto». Ma non basta. Rosy ha lanciato un altro affondo sul futuro partito: «Ho anche detto che il Pd deve essere plurale e non avere correnti, chiedendo a Veltroni la chiarezza delle posizioni. Invece, le liste che lo sostengono hanno dentro tutto e il contrario di tutto». Queste, ha spiegato la Bindi, «non sono polemiche» ma «la fotografia della realtà». E ieri la ministra ha insistito. «Se vinco io il Governo uscirà sicuramente rafforzato», ha promesso Rosy, incontrando le donne della Cisl. Alla domanda di un commento a proposito della chiave di lettura secondo la quale la vittoria di Veltroni potrebbe essere un foglio di via per il Governo, la Bindi ha replicato: «Questa mattina ci ha detto che non ci sarà la spallata al Governo. Mi fa piacere che ci abbia rassicurati perchè i segnali di questi giorni erano un po' contraddittori». Alla domanda di un commento sull'idea di Veltroni di avere le deleghe dei ministri, la Bindi ha ribadito: «Questo comportamento mi ricorda un po' troppo la prima Repubblica». Quindi a proposito delle polemiche tra i candidati alla segreteria del nuovo partito, ha voluto precisare: «Stiamo costruendo un grande partito plurale e la disciplina di partito non l'ho mai avuta perchè io rispondo solo a quella della coscienza. Mi sembra che qualcuno abbia uno strano concetto della democrazia e pensa che si possa fare una campagna in silenzio o dicendo cose che uno vuole sentirsi dire». Secondo la Bindi, nella campagna elettorale per il Partito Democratico «c'è stato poco dibattito. Voglio ricordare - ha concluso - che Berlusconi rifiutò il confronto con Rutelli perchè era convinto di vincere. A me sarebbe piaciuto avere un confronto pubblico con tutti gli altri candidati».