Anche Draghi bacchetta Padoa Schioppa

Ilche significa che sono stati mancati tutti gli obiettivi che il governo aveva affermato di voler realizzare approfittando delle maggiori entrate. Nell'audizione al Senato, Draghi promuove quanto è stato fatto per la tassazione alle imprese e la tregua fiscale ma sottolinea anche che c'erano tutte le premesse e una situazione generale positiva per fare di più. Invece «i progressi nella riduzione degli squilibri di bilancio sono modesti» e «gli interventi necessari per raggiungere il pareggio di bilancio sono rinviati al triennio 2009-11». Il percorso di riduzione dell'indebitamento «appare lento tanto che il rapporto tra deficit e pil per il 2007 è appena inferiore al valore dell'anno precedente e per il 2008 viene confermato l'obiettivo che era stato fissato sulla base di andamenti attesi dai conti pubblici molto meno positivi». Secondo il Governatore, la decisione di posticipare ancora gli interventi sulla spesa, «accresce le manovre correttive necessarie per il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2011». Tanto più che «si prospetta un rallentamento della crescita» che potrebbe rendere difficile il risanamento. Che fare? Dal momento che quella della Finanziaria è stata un'occasione mancata ora, dice il Governatore, bisogna guardare oltre. La grade «sfida è di realizzare congiuntamente la riduzione del debito e del carico fiscale che grava sui cittadini onesti». E perchè ciò sia possibile è «necessario contenere la dinamica della spesa primaria corrente». Detto questo, Draghi rileva anche come «le recenti decisioni di politica di bilancio non frenano la dinamica della spesa» anzi determinano «un aumento netto di quasi 4 miliardi». E la causa principale, lamenta Draghi, sta nella decisione di «destinare gran parte delle maggiori entrate fiscali ad accrescere le erogazioni» invece di sfruttare l'andamento favorevole «per accelerare la riduzione del debito». Scetticismo anche per l'intervento a favore degli incapienti che può risultare «poco efficace nel ridurre la diffusione della povertà». Non è mancato un accenno al tema previdenziale per dire che «solo un aumento dell'età media effettiva di pensionamento consentirà di erogare pensioni adeguate». Draghi è tornato anche sul tema dell'utilizzo delle riserve auree della Banca d'Italia per ridurre il debito pubblico esprimendo parere contrario perchè «violerebbe «l'autonomia e l'indipendenza» di Via Nazionale e, comunque, avrebbe un effetto «modesto», nell'ordine di un calo dello 0,3-0,4% del rapporto tra debito e pil. Apre invece all'armonizzazione della tassazione sulle rendite finanziarie con un'aliquota unica al 20%. In serata è arrivato il commento di Prodi. Da via Nazionale arrivano «critiche ma anche lodi». E poi: «Noi seguiamo gli obblighi presi con la Commissione Ue e che la Commissione ha approvato. E lo faremo in modo rigoroso». Prodi ha sottolineato che con il suo governo «il debito è sempre calato mentre è aumentato nel periodo precedente». Ha anche precisato che «per ridurre il deficit non si farà ricorso a patrimoniali o a vendite di immobili». E alla Commissione Ue lancia un monito: «Lasciateci lavorare».