Montezemolo torna a fare il politico

Montezemolo a Capri non ha parlato solo alle imprese e di temi cari al mondo imprenditoriale. Si è spinto più in là. Nel suo intervento ha toccato tutti gli argomenti all'ordine del giorno del dibattito politico: dalla pressione fiscale al taglio alle spese, dalla sicurezza alla riforma elettorale e non è mancato un commento su Annozero e Santoro. Ha esordito dicendo che «è arrivato il momento di dare qualcosa indietro a chi le tasse le paga per davvero a cominciare dagli operai e dagli impiegati». Poi giù duro contro gli evasori: «In questo Paese si pagano troppe tasse perchè le pagano in pochi. Chi non paga le tasse ruba. Ma soprattutto vorremmo sapere dove vanno a finire le tasse degli italiani, che dovrebbero servire per la sicurezza, le infrastrutture ed i servizi». Lascia intendere che anche questa Finanziaria è stata un'occasione mancata. Di sicuro «la Ferrari va meglio della Finanziaria». «Bisognava fare di più per tagliare le spese improduttive e gli sprechi ma c'è stato il veto della sinistra radicale». La stessa sinistra radicale che «cerca di boicottare il protocollo sul welfare scritto e firmato dal capo del governo di cui essa stessa fa parte». E avverte: «Quel protocollo per noi è immodificabile e il governo deve sostenero in Parlamento». Montezemolo non salva nessuna forza politica. «Qualunque sia il colore del governo, chiunque sia il pilota, con questa macchina, l'Italia il mondiale non lo vince». Il presidente della Confindustria cita quelle impietose graduatorie che collocano il Paese in fondo quanto a condizioni per fare impresa e per attrarre gli investimenti dall'estero. Torna a insistere sul «merito». A fare da freno allo sviluppo c'è anche il problema della illegalità. «Stop alla tolleranza» e «basta con le scarcerazioni facili e con un sistema giudiziario che tutela i colpevoli più dei diritti delle vittime» dice e ricorda «la scelta di Confindustria Sicilia di espellere chi paga il pizzo». Il numero uno della Confindustria affronta poi il nodo delle riforme istituzionali. Prima di tornare alle urne «si deve approvare una nuova legge elettorale che metta il paese in condizione di essere governato, che elimini troppi veti ai partiti e che faccia scegliere ai cittadini i loro rappresentanti». Montezemolo dice basta a «nuove versioni di leggi all'amatriciana» e appoggia il modello tedesco che «elimenerebbe i troppi partiti» e chiede a maggioranza e opposizione «di trovare un'intesa sulla riduzione del numero dei parlamentari». Picchia duro contro la politica autoreferenziale perchè serve «più lavoro in Parlamento e meno talk show» ed è necessario «far entrare folate di aria fresca nel Palazzo». Ma soprattutto serve stabilità, un governo «forte che decida» che «non ci faccia stare in una sorta di campagna elettorale permanente». Montezemolo ha parole di accusa anche per l'antipolitica, per «la gogna mediatica alla quale vengono sottoposti ormai frequentemente i rappresentanti delle istituzioni» e per «lo spettacolo di una classe politica sbeffeggiata in pubblico». Infine l'attacco alla puntata di «Annozero» che definisce «indegna».