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Grillini e girotondi insieme «Il Pd ci ha deluso»

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L'obiettivo è partire dal basso per riformare la politica, passando dalla protesta alla proposta; scendere in campo per cambiare le cose, togliendo il potere alla «casta» per restituirlo alla gente. Lo strumento di questa «riscossa» democratica è stato battezzato ieri sotto la pioggia a pochi metri dalla statua di Giordano Bruno: la Lista Civica Nazionale tenterà di essere l'alternativa, «l'antibiotico» alla corruzione, al malaffare, all'immobilismo aristocratico che hanno ormai inquinato irrimediabilmente i partiti e i loro apparati. Mentre in cielo aleggiavano palloncini colorati che incitavano il conduttore di «Annozero» («Vai avanti così Santoro!») in circa tremila hanno ascoltato le parole dei quattro promotori dell'incontro, Roberto Alagna, Pancho Pardi, Oliviero Beha ed Elio Veltri. Ma anche di perfetti sconosciuti, o quasi, che portavano la loro testimonianza: sindaci, magistrati, ambientalisti, «bamboccioni», giornalisti, consiglieri comunali o circoscrizionali, esponenti di liste civiche locali, «grillini» della prima e dell'ultim'ora. Pardi ha parlato di «oligarchia» che si può contrastare solo introducendo «una logica per cui il mestiere di politico non sia a vita» e stabilendo per legge «l'incompatibilità tra cariche elettive e cariche di rilievo pubblico». Alessandro cita Gandhi e spiega: «Dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo vedere». Alessio confessa: «Sono un "bamboccione", come ha detto Padoa Schioppa, ma non è un problema generazionale, è un problema di opportunità». Alagna se la prende con gli dei, «che non sono favorevoli», ma fa notare che «oggi un teatro romano con gli aspiranti segretari del Pd era vuoto». E spiega che «bisogna rivitalizzare la democrazia rappresentativa che in mano a questi partiti è diventata inutile», che ci vuole il «controllo sull'operato degli eletti» e che sperare che si riesca a costringere «dall'interno i partiti a riformare loro stessi» è una pia illusione. Grillo, sottolinea Alagna, ha fatto una cosa importante. Ma ora è necessario passare dalla protesta alla proposta, che deve essere «organica, stabilendo ruolo, funzioni e limiti dei partiti; partecipata, con meccanismi trasparenti per le primarie; e radicale, per superare questo sistema». Il mezzo per raggiungere questi scopi è un «grande contenitore elettorale e politico che metta insieme, sovrapponga e lasci contaminare l'uno con l'altro i grandi filoni dell'impegno politico italiano». Cioè la Lista civica nazionale. Anche la «grillina» Gabriella punta l'indice contro il Partito democratico: «È nato vecchio e con un segretario già scelto. Qui, invece, chiunque potrà essere il segretario perché noi siamo qualcosa di nuovo». Francesco, che viene dalla Sicilia, ricorda la lotta contro le mafie e precisa: «Questa è politica con la P maiuscola, altro che antipolitica!». Gianfranco rammenta che in Calabria su 50 consiglieri comunali, 33 sono inquisiti e molti per associazione di stampo mafioso. Che dalla sua terra arrivano tanti soldi alle segreterie romane e che nella capitale è attivissimo il «Put, il partito unico delle tangenti». Nello spiega che «l'interlocutore della politica oormai non è il cittadino ma il malaffare». Elio Veltri cita Berlinguer che nel 1980 definiva i partiti «una macchina di potere e clientele» e si chiede: «Anche lui faceva parte dell'antipolitica?». I partiti, osserva Veltri, non possono essere democratici nel Paese se non lo sono al loro interno». E non lo sono. Armando promuove una petizione online per ridurre i costi della politica. Mario si scaglia contro gli inceneritori e chiede di puntare sulla raccolta differenziata. Duccio, 19 anni, racconta la sua avventura di cronista free-lance contro i potenti finita con una querela. Alessio lancia un monito ai furbi: «I cittadini che non sono in vendita stanno per scendere in campo». Oliviero Beha sostiene che i due Poli sono «complementari» e per «bonificare questa palude ci si deve rimboccare le maniche e agire da cittadini, non da consumatori». Insomma, l'obiettivo è ambizioso: passare dallo scontento alla partecipazione. L'appuntamento è a Roma il primo dicembre per stabilire le regole delle primarie. Quelle vere, non come le stanno facendo «loro» per il Pd.

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