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Petruccioli: «Sui programmi né tabù né censure»

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Siamo al servizio del cittadino che chiede di conoscere e capire; non dobbiamo mai diventare megafono di chicchessia». L'accusa, partita da Mastella, era diretta a programmai «vicini» al Pd, come Ballarò e Annozero, che attaccano i cespugli. «Per quel che riguarda il consiglio - ha affermato ancora Petruccioli - penso che potrebbe essere opportuno ricordare ciò che è essenziale. Date l'autonomia e la responsabilità dei giornalisti, degli autori e dei conduttori, va ribadito con forza che queste non si esercitano nel vuoto, ma nell'ambito di regole precise e conosciute: regole che vanno da quelle generali di legge, agli indirizzi della Commissione di vigilanza, in particolare quello del marzo 2003, alla Carta dei doveri e degli obblighi degli operatori del servizio pubblico radiotelevisivo, in vigore in Rai dal 1999. Basta rispettare i dettati semplici e chiari enunciati in questi documenti, per evitare inconvenienti che danneggiano la reputazione dell'azienda e del servizio pubblico. Petruccioli, infine, ha ricordato «questo Cda è nel pieno dei suoi poteri. Siamo, dunque, padroni del nostro calendario, oltre che, ovviamente, delle nostre decisioni».

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