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La cena

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Con Gianfranco Fini

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È il mondo che si è riunito a cena l'altra sera a Villa Miani a Roma per partecipare a una festa di found raising della fondazione «Fare Futuro» di Gianfranco Fini organizzata dal segretario dell'istituto Adolfo Urso. Alla cena hanno partecipato esponenti del mondo imprenditoriale non legato al partito di Fini. C'era Gaetano Rebecchini, presidente di Reconsulting spa e Daniela Memmo D'Amelio, che guida la fondazione Memmo. Ma anche banchieri come Giovanni Antonini, presidente della Banca di Spoleto. O il presidente e il vicepresidente di Confagricoltura Roma Massimiliano Giansanti e Vincenzino Rota. Folta anche la «delegazione» di costruttori come Simon Pietro Salini, Luca Parnasi e Piero Poli. Insomma, se Fini avesse voluto testare il suo consenso in vista di un'eventuale candidatura a sindaco di Roma non avrebbe potuto che ricavarne una sensazione positiva. Con lui c'erano anche Elia Federici (dell'omonimo gruppo), l'ex presidente di aeroporti di Roma, Ernesto Stajano. Ma anche imprenditori non esclusivamente legati al territorio locale, come Carmelo Cosentino, amministratore delegato Aermacchi o Massimo Berloni, amministratore unico Dondup. Non ha voluto mancare Gianluca Brancadoro, membro del consiglio di amministrazione Isvap ed Emilio Cremona, presidente Assofond. C'era anche l'avvocato Tina Lagostena Bassi, conduttrice della trasmissione Forum, che divenna famosa negli anni Settanta come uno dei principali e più agguerriti avvocati per la difesa dei diritti delle donne, soprattutto dopo aver difeso i diritti di Donatella Colasanti contro gli estremisti di destra guidati da Angelo Izzo nel famoso processo sul «massacro del Circeo». E se Berlusconi ha la sua Brambilla, Fini può contare sulla presidente dei giovani Confapi, Catia Polidori.

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