A Mirafiori si discute di welfare, Bertinotti va alle cene di gala
A Roma, sempre lunedì, ma in ore serali, Fausto Bertinotti, ex leader storico di Rifondazione Comunista, oggi Presidente della Camera, era invece impegnato in una cena «mondana» con il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma Emanuele Emmanuele, l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, e un gruppo di attori. Tutti insieme per la serata di inaugurazione del Teatro Eliseo appena restaurato. Un impegno «istituzionale» al quale il Presidente della Camera probabilmente non ha voluto sottrarsi, visto il suo ruolo. Ma certo gli operai di Mirafiori e tutto quel mondo della sinistra «di lotta» del quale fino a qualche anno fa Fausto Bertinotti era il punto di riferimento, faranno fatica a capire che proprio nei giorni in cui nelle fabbriche si discute se accettare o no il nuovo protocollo sul welfare, il «subcomandante Fausto» si ritrovi magari allo stesso tavolo con esponenti del mondo finanziario. Anche perché Bertinotti, pur avendo dismesso gli abiti dell'«incendiario» da quando è stato eletto alla presidenza della Camera, nelle ultime settimane non ha mancato di criticare il governo sulle riforme sociali e di difendere il mondo operaio. L'ultimo intervento, in ordine di tempo, è stato domenica sul palco di «Libera Festa», intervistato da Giovanni Minoli. A proposito del protocollo sul welfare Bertinotti ha rilanciato contro il governo spiegando che «la partita è ancora aperta». «Si tratta ? ha proseguito ? di un passaggio impegnativo, perché è una delle questioni più importanti per la vita di un Paese e, di conseguenza, per la vita concreta delle persone. La precarietà è una malattia sociale, e non ci sarà vera democrazia e vera Europa senza combattere a fondo la precarietà». Una settimana fa, invece, intervenendo a Conversano, in provincia di Bari, alla commemorazione di Giuseppe Di Vagno, deputato socialista ucciso dai fascisti 86 anni fa si era lanciato in una difesa appassionata dei grandi ideali della politica: «Io credo che la politica di oggi, in un momento di grave crisi che segna il distacco delle popolazioni, deve ritornare a riflettere sulle grandi idee forza del passato quella socialista, comunista, democraticocristiana per restituire a se stessa la capacità di far vivere alle popolazioni lo spazio pubblico e la Repubblica come una cosa propria». Per una sera, però meglio dimenticare grandi idee e lotte con una cena di gala. Magari parlando di finanza. p.zappitelli@iltempo.it