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Anche Gentiloni vittima dell'anarchia dei «navigatori»

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Così, anche su paologentiloni.it, ecco comparire insulti, minacce, intimidazioni e parolacce. Anche qui, come in qualsiasi sito, non tutti i bloggers utilizzano uno stile poco formale per scrivere la proprio opinione. Molti sono pacati e preferiscono un tono di rispetto, anche nella critica, nei confronti di un ministro della Repubblica. Ma non tutti. «Sempre le stesse scemate dici. Eh già, poi se eri uno serio mica ti facevano ministro... Ma vai a lavorare buffone», scrive M.D.A. giovedì scorso. Cesare, invece, un giorno prima scriveva: «Sei un finocchio, il finocchio cresce nei giardini di Silvio, ripeto il finocchio cresce nei giardini di Silvio». Commenti e commenti. Un fiume inarginabile. E il penultimo «post» di Gentiloni ha scatenato un'altra ondata di «riflessioni». Il ministro (il 27 settembre) ha spiegato nel suo sito che si era aperto il Dialogue Forum sui diritti di internet a Roma. «Il forum - scrive Gentiloni - lancia una sfida di enorme ambizione: gestire il più grande spazio "pubblico" della storia, il Web, con regole più democratiche, ma non affidando la gestione a organismi intergovernativi». Del resto Gentiloni lo ha detto in modo chiaro: è tempo di un Codice di protezione per internet. Ma non tutti i «cittadini» della Rete l'hanno presa bene. «Non toccate la Rete!! - commenta S.L. il post del ministro - Cercate di non esagerare perché al vaffa ne seguirà un altro e non ci sarà scampo per voi! Vergogna!». «La Rete libera, Gentiloni in galera», dice invece «mdma30». Un blogger che si fa chiamare «zannabianca»: «Voi siete gli schiavi dei massoni e vi state preparando a fare una legge per imbavagliare noi, il popolo di internet, che se ne frega del controllo ipnotico che ci state proponendo tramite i media». Ci va giù duro S.D.U con il suo: «Siete dei pezzi di merda. La Rete è libera e così deve rimanere, nessun capo al controllo di essa. Altrimenti altro che vaffanculo day, ci sarà un enorme calcinculo day. Sarà la rivoluzione». Fab. Per.

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