Lo sfogo del Cav: «Lega e An volevano un segnale»
In una giornata assolata di piena primavera nello stesso albergo arrivano a pochi minuti di distanza Silvio Berlusconi, nella città calabrese per una convention elettorale e un gruppo dell'Udc, tra cui Mario Baccini, Pino Galati e Bruno Tabacci, anche loro a Reggio Calabria per una riunione del partito, con tanto di conferenza stampa. Ora di pranzo: Berlusconi arriva all'hotel Excelsior per una colazione, accompagnato dal portavoce Paolo Bonaiuti con molti rappresentanti calabresi del suo partito. Nella hall dell'albergo c'è un via via di gente di Forza Italia e dell'Udc. Ci si incontra ci si saluta come se nulla fosse, anche dando qualche pacca sulle spalle. Berlusconi arriva e davanti alle telecamere, parlando dei rapporti difficili con l'Udc lascia aperta la porta. Ma a microfoni spenti, seduto a tavola con il bellissimo mare calabrese davanti, i toni cambiano. Con chi gli sta seduto a fianco infatti, l'ex premier tira fuori proprio tutta la sua amarezza verso Casini. Come non esserlo, confida il Cavaliere. «Gli abbiamo dato sempre tutto e lui ha ripagato in questo modo». E pensando ad una futura leadership Berlusconi lo dice chiaramente «per me lui è meglio che non ci pensi proprio più alla leadeship». Arrivano le prime ore del pomeriggio. Berlusconi sale in stanza. Un po' di riposo prima di andare al pala Versace. Ed è qui che accade una cosa curiosa. A salire nella sua stanza, oltre chiaramente al fidato Paolo Bonaiuti, c'è anche un parlamentare dell'Udc, amico di sempre di Casini, Pino Galati, che viene invitato dal Cavaliere per fare due chiacchere. Berlusconi dapprima si sfoga sull'amarezza provata nei confronti di Casini. Galati prova, allora, a lanciare l'amo «legge elettorale», perché se si ipotizza magari «il modello tedesco» tanto a cuore ai centristi, fose le cose andrebbero un po' meglio. Ma Berlusconi da questo orecchio, pare proprio non volerci sentire. Tra i due pare, si sia parlato anche dell'assemblea del parlamentari della Cdl che si è svolta l'altro giorno a Monteciotio, con Galati che diceva «ci sono state anche parole pesanti contro di noi». A questo punto il Cavaliere avrebbe confidato che quell'assemblea l'ha fatta perché invitato fortemente da An e Lega. «Non è facile sentire il malcontento nei propri parlamentari ed alleati. Non è neanche piacevole sentirli mugugnare mentre si sta parlando» avrebbe confidato, facendo capire che il suo di certo non è un compito facile. Dandosi appuntamento a Roma, magari con un po' più di calma, e magari meno rabbia, Berlusconi lancia anche qualche stoccata a Tabacci, (anche lui a Reggio Calabria). «Casini mi aveva promesso che non lo avrebbe candidato, e invece...», avrebbe detto il cavaliere. Tutto questo mentre nella hall dell'albergo continua lo scambio di battute tra centristi e azzurri. C'è anche qualche esponente dell'Udc che avrebbe addirittura confidato: «Casini passa dall'altra parte? E noi lo mandiamo a quel paese e rimaniamo con Berlusconi». Arriva l'ora di andare alla convention di De Gregorio. Una convention che sin dall'inizio appare quasi come show con tanto di inno nazionale, e concerto dal vivo di Peppino di Capri che, seduto ad un pianoforte a coda, canta le canzoni scritte dal Cavaliere. Gia. Ron.