di GIANCARLA RONDINELLI REGGIO CALABRIA - «Credo che se questo governo andrà a casa i più felici dopo ...
Silvio Berlusconi apre così il suo intervento al pala Versace di Reggio Calabria, dove ieri pomeriggio si è recato per una convention del movimento «Italiani nel mondo» del senatore Sergio De Gregorio. Il day after l'assemblea dei parlamentari della Cdl in cui, in qualche modo, Berlusconi ha comunicato ufficialmente di essere separato dall'Udc, è stata anche la giornata delle riflessioni. Chiaccherando con i giornalisti che lo attendevano in albergo, Berlusconi è tornato a ribadire che lo strappo con i centristi di certo non l'ha voluto lui: «Sono addolorato che in pochi mesi questo governo e questa maggioranza abbiano riportato l'Italia indietro nel tempo», ora il nostro Paese «è poco credibile, non è affidabile, è tornata quell'Italia poco affidabile che i nostri alleati atlantici prima di noi conoscevano». Poi una stilettata ai centristi: «I leghisti sono rammaricati per il disegno che sta perseguendo l'Udc: vuole eliminare il bipolarismo e tagliare le ali estreme, tra cui la Lega. Ma se c'è stato qualcuno che si è posizionato sulle ali estreme non è stato certo la Lega, ma l'Udc». Davanti alla platea del pala Versace che lo ha accolto praticamente osannandolo, con tanto di bandiere e striscioni, Berlusconi ha quindi spiegato che fine farà la Cdl. L'intenzione è fare «un passo in avanti» e realizzare «una Federazione», ma «il traguardo finale è quello di trasformare in politica il grande sentimento di concordia, di unità che c'è nella mente e nel cuore dei nostri elettori». «Il mio sogno - ha confidato l'ex premier - è realizzare il Partito delle Libertà, è difficile arrivarci, ma i grandi sogni quando sono sostenuti da tanti si possono avverare, e io continuo a sognare». E vai con gli applausi e con i «Silvio Silvio siamo con te». Poi la questione dolente: «L'altra sera abbiamo avuto un sondaggio sugli elettori di Forza Italia e abbiamo registrato nuovamente la piena condivisione con la nostra scelta». E - raccontando anche di aver parlato «con molti generali, alcuni dei quali anche dell'altra parte» - Berlusconi spiega che molti di loro gli hanno detto che «la situazione in Afghanistan è molto pericolosa». Sul voto l'ex premier torna a ribadire che non si poteva fare altrimenti: «Non abbiamo potuto dare il nostro voto perché abbiamo voluto difendere i nostri soldati, ma anche per essere interpreti dei sentimenti dei nostri elettori». E via con un altro applauso e il coro «Silvio manda a casa Prodi». Urlo, questo, che fa sorridere Berlusconi, che lancia l'ennesima bacchettata al governo. Stavolta lo fa chiamando in causa anche i suoi amici internazionali, quelli a cui ha dovuto spiegare il perché della sua scelta dell'altro giorno in Senato, vale a dire Gran Bretagna e Stati Uniti. «Credo che se questo governo andrà a casa i più felici dopo gli italiani saranno proprio i nostri alleati». Sul finale arriva la ciliegina sulla torta. Il Cav ufficilizza ciò che era già nell'aria da tempo: l'invito per il movimento di De Gregorio ad entrare nella Casa delle Libertà. Parole che illuminano il volto del senatore. Berluconi, pare, abbia deciso di fare ufficialmente l'invito anche dopo aver sentito nel pomeriggio Ginafranco Fini e avergli posto la questione. De Gregorio per ora nicchia.