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L'Alleanza ci chiede di rispettare il nostro impegno in Afghanistan

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«Il governo italiano adesso mantenga le sue promesse»

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È questo il messaggio emerso dalla riunione speciale tenuta ieri a Bruxelles tra il Consiglio Nord-Atlantico e i direttori politici dei Paesi membri. Un messaggio che ha raggiunto Roma nel bel mezzo del nervoso dibattito al Senato che precede il voto sul decreto per il rifinanziamento delle missioni militari italiane. «C'è un umore positivo sull'Afghanistan», ha esordito il segretario generale della Nato, Jaap De Hoop Scheffer, durante una conferenza stampa. «In generale - ha proseguito - c'è uno slancio e un traino, anche se le sfide davanti a noi rimangono». Scheffer non è entrato nei particolari di queste sfide, ma al quartier generale della Nato a Bruxelles si è parlato anche di ostaggi, una questione che rappresenta indirettamente una sfida per il modo in cui viene gestita dai singoli paesi membri. E su questo tema, il numero uno della Nato si è impegnato a promuovere una discussione, anche alla luce della netta posizione espressa da Washington e condivisa da vari stati membri, secondo cui non si dovrebbe trattare con i terroristi per il rilascio degli ostaggi. Da parte sua, alla vigilia del voto al Senato sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, il portavoce di Scheffer - James Appathurai - ha espresso le attese dell'Alleanza. «Nel tempo, i vari governi italiani hanno espresso chiaramente il loro impegno in Afghanistan», ha detto. «Il direttore politico italiano ha confermato oggi durante la riunione l'impegno del Paese alle operazioni - ha proseguito il portavoce - L'Italia ha dato un enorme contributo nella sua zona, naturalmente gli alleati contano sulla parola dell'Italia e si augurano e si aspettano che l'impegno continui come il Governo ha detto pubblicamente». Il sottosegretario di Stato americano Nicholas Burns si è soffermato sulla questione degli ostaggi, resa attuale dal recente sequestro dell'inviato di «La Repubblica» Daniele Mastrogiacomo. Burns ha indicato che «la grande maggioranza» dei paesi alleati ritiene che non si debba negoziare con i terroristi. Secondo fonti Nato infatti durante la riunione di ieri sono emerse le perplessità di diversi Paesi sulle modalità dell'operazione italiana per il rilascio di Mastrogiacomo che ha portato alla liberazione di detenuti Taleban. «C'era un chiaro sentimento nella sala che nessuno di noi dovrebbe accettare di negoziare il rilascio degli ostaggi in cambio di terroristi», ha detto Burns pur sottolineando in una conferenza stampa che si tratta di «un sentimento e non di una critica». Gli Stati Uniti «da tempo sostengono la posizione che non bisogna negoziare per gli ostaggi - ha aggiunto - Oggi è stato suggerito che dovremmo avere una politica della Nato sull'argomento: questo è un suggerimento molto buono, spero che possiamo riuscire ad avere una politica comune su questo tema». Un suggerimento, questo, giunto da alcuni paesi alleati - tra cui gli Usa, il Canada e la Germania - che è stato accolto dallo stesso Scheffer, il quale si è impegnato a promuovere una discussione in sede Nato su questo tema. Tutti gli alleati sanno come possono essere delicate simili situazioni, ha osservato Scheffer, «ma alcuni stati membri hanno detto che bisogna riconoscere che le decisioni prese dal singolo Stato hanno effetto su tutti gli altri stati e possono essere un incentivo per ulteriori azioni del genere».

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