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In aula spunta il computer con gli scacchi

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Passatempi ed escamotage per ammazzare la tensione. La Serafini legge l'oroscopo

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Bastava osservare le mani del ministro degli Esteri Massimo D'Alema, per capire quanto su quella sedia al centro dei banchi del governo, attorniato dai colleghi, in attesa del Giudizio sull'Afghanistan, Baffino avrebbe preferito farci sedere qualcun altro. Novello esperto in origami giapponesi, tormentava un foglietto di carta fin quasi alla polverizzazione. Nello stesso momento pare che il premier Prodi, nei palazzi di Lula, abbia avvertito un fastidioso fischio all'orecchio destro. E pare fosse proprio colpa di Massimo che da Palazzo Madama sognava le spiagge brasiliane... Tra vallettopoli e oroscopi — Quando la seduta si fa lunga, il tempo tocca farlo passare, perchè mica puoi stare ad ascoltare per otto ore di fila! Il passatempo preferito, per molti, è la classica lettura del giornale. Tra una votazione e l'altra, l'argomento più ghiotto, sul quale in molti ieri sostavano, era Vallettopoli. Con questi chiari di luna, vai a vedere se qualcuno ti ha coinvolto in qualche festino-orgia e neanche lo sapevi. E ora che Mastella ha pubblicamente smentito di essere lui il famigerato politico sullo yacht al largo di Capri, tra cocaina e trans, è meglio stare sempre sull'allerta. Anna Serafini, invece, preferisce consultare l'oroscopo di Branko con la vicina di scranno. Le stelle del marito, dovevano essere assai buie, ieri, vista la sonora «bocciatura» dei senatori (Piero Fassino voleva far partecipare alla Conferenza di pace in Afghanistan anche i talebani). Come a scuola — Fa tenerezza, Franca Rame. La guardi e ti sembra di essere tornata ai tempi della scuola, quando arrivavi sui banchi con il tuo bell'astuccio, da fare invidia a tutti gli altri. E, uno ad uno, con gli occhi dei più invidiosi puntati addosso, tiravi fuori il pennarello nero con la punta grossa, l'evidenziatore giallo, quello verde, l'azzurro, il fuxia. Bingo! All'appello non ne manca neppure uno. La moglie del Nobel Dario Fo, esorcizzava, forse, quel «sì» espresso a «forza» per sostenere il Governo, scrivendo a caratteri cubitali su una risma intera di fogli, il proprio «no» più profondo: «Aspetto il giorno in cui tutte le donne del Parlamento, donne e madri, si ribellino alla guerra votando un bel no», oppure «Centinaia di migliaia di vittime civili e militari». Tutto quel mettere nero su bianco evidenziato a colori, non le è servito a rendersi la coscienza più leggera. «Con non pochi problemi di coscienza voterò sì», dirà in fase di dichiarazione di voto. Computer a bordo — Vien da chiedersi a cosa serva portarsi il computer sui banchi del Senato. Per viaggiare su internet? Per impiegare il tempo? Per chattare? Per scriversi direttamente i comunicati stampa da inviare a giornali e tv? Vallo a sapere. Ciò che è certo, è che qualcuno ieri, giocava a scacchi. Oltre l'auricolare — Se ne sta lì in silenzio, con il suo bel auricolare all'orecchio (e nessuno si permetta di malignare che sia come quello usato da Ambra Angiolini per farsi suggerire da Gianni Boncompagni quel che voleva dire e fare) la senatrice a vita Rita Levi Montalcini, ligia al suo dovere, non si muove dalla sedia. Massima espressione di ciò che qualcuno definisce «senso civico». È tutto oro quel che luccica — A parte la cravatta del leghista Roberto Calderoli (verde squillante, of course) che farebbe morire di vergogna qualsiasi donna si accompagnasse a lui, nel grigiore generale (ma, si sa, in Senato le Ciccioline e le vallettine non sono state ancora sdoganate), svettava la mise alla gran moda di Maria Burani Procaccini. Eh sì, perché quest'anno si usa l'oro (ma la giacca stampata pitone luccicante, no, per favore!). Per non esser da meno, due posti più in là, Ombretta Colli esibiva, in bella mostra sul suo tavolino, un'abbagliante borsa argentata. Gran ciambellano — Deve esser rimasto seduto al suo posto solo per una manciata di minuti. Per il resto del tempo, Calderoli ha fatto la spola tra i banchi: da Castelli a D

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