Un'altra bomba contro i nostri soldati
Ieri mattina a Farah, nella provincia occidentale di Herat sotto giurisdizione italiana, una pattuglia in perlustrazione ha subìto un attentato. L'esplosione non ha provocato danni e dal comando del Prt assicurano che nessun militare è stato ferito. La deflagrazione è stata provocata da un «Ied», un ordigno esplosivo improvvisato, e ha causato il parziale danneggiamento di un veicolo blindato. Il ministro della Difesa Arturo Parisi si è rallegrato del fatto che l'attacco sia andato a vuoto e ha spiegato che i danni limitati rappresentano una prova della «elevata cornice di sicurezza in cui operano i nostri Reparti». L'attentato è stato compiuto nella stessa zona in cui, martedì scorso, un militare italiano del Col Moschin è rimasto lievemente ferito in un attacco a colpi d'arma da fuoco a una pattuglia delle forze speciali. L'ordigno, secondo quanto confermato dallo Stato Maggiore della Difesa, è esploso al passaggio di una pattuglia italiana, impegnata in una normale attività di perlustrazione. La deflagrazione ha centrato un «Vtlm Lince» italiano, nuovo mezzo blindato in dotazione ai circa 800 militari di stanza ad Herat. La speciale blindatura del veicolo, presente anche nella parte inferiore del mezzo, ha fatto sì che non ci fossero conseguenze per i soldati. La provincia di Farah, che confina a nord con quella di Herat e a sud-est con quella di Helmand, è diventata negli ultimi mesi sempre più turbolenta. Farah, con Herat, Badghis e Ghor, è una delle quattro province del Regional Command West, la cui responsabilità è stata affidata al generale italiano Antonio Satta. Proprio in quest'area, dall'inizio del 2007, sono stati oltre una dozzina gli attacchi contro i militari locali e della coalizione. Il più sanguinoso risale al 12 marzo scorso, quando l'esplosione di una bomba uccise dieci agenti afgani, tra cui il capo della polizia provinciale. Il generale Satta aveva detto appena venerdì scorso che le truppe della coalizione hanno rivolto da tempo le loro attenzioni su Farah, provincia «a maggioranza pashtun, che risente maggiormente di elementi di turbolenza». «Manteniamo l'attenzione alta - aveva spiegato Satta - È evidente che la possibilità di minaccia esisteva prima e permane ora». Il generale Satta ritiene che gli armamenti in dotazione agli italiani siano «adeguati, sufficientemente moderni e protettivi». Il contingente è in attesa di due Predator, i drone faciliteranno le capacità di controllo e sorveglianza di tutta la Regione Occidentale. m.piccirilli@iltempo.it