Nel centrosinistra ormai è tutti contro tutti
Regole d'ingaggio, nell'Unione è guerraLa sinistra radicale si schiera con D'Alema contro la linea di Fassino e Mastella
Il presidente del Senato, infine, che si dice d'accordo sul dare più armi ai nostri soldati in Afghanistan. A poche ore dal voto sul rifinanziamento della missione tricolore a Palazzo Madama, nell'Unione è un tutti contro tutti. E forse sarà l'Udc a «salvare» il governo dal pericolo di andare nuovamente «sotto» sul decreto che deve garantire la «sopravvivenza» economica delle nostre truppe a Kabul e ad Herat. Dopo le polemiche di ieri, in un'intervista a Repubblica D'Alema ha escluso la possibilità di modificare unilaterlamente le regole d'ingaggio dei nostri militari nel Paese dei talebani. Ottenendo il plauso dell'ala radicale unionista. «Il ministro degli Esteri ha fatto benissimo a segnalare che le chiacchiere di questi giorni su una eventuale modifica delle regole d'ingaggio sono pure assurdità - ha detto il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena - Le regole resteranno quelle fissate nel decreto ed è fuori discussione anche ogni ipotesi di modificare il "caveat" sulla presenza del contingente italiano nel sud del paese. Tutt'altra cosa è invece mettere i militari italiani nella condizione di massima sicurezza possibile. Va da sè che questa è una priorità per tutti. Ma sono i generali stessi ad affermare che, per il momento, la sicurezza delle truppe italiane non richiede ulteriori armamenti. Quanto al voto di martedì al Senato - conclude il senatore del Prc - non ci sarebbe alcuna necessità di dimissioni del governo anche qualora il decreto fosse approvato con il voto determinante di una parte dell'opposizione». Da parte loro, Mastella e Fassino ribadiscono un atteggiamento «flessibile» sulla questione. «È un problema che va affrontato perchè un tempo non c'era questa guerriglia accesa e questa infernale primavera. I nostri ragazzi avranno maggiori e più drammatiche difficoltà», fa notare il leader dell'Udeur. Per il segretario Ds non è una «questione ideologica ma concreta» e «se i nostri militari sul terreno, insieme con le altre forze presenti, valutano che sia necessario integrare o migliorare le regole d'ingaggio non sarà certo il governo o il centrosinistra a creare delle difficoltà: abbiamo tutti interesse che i nostri soldati siano messi in sicurezza». Un discorso sul quale si trova d'accordo anche il presidente del Senato: «Mi pare ragionevole che i nostri ragazzi siano messi in condizione di soddisfare innanzitutto la loro sicurezza - osserva Franco Marini - ma anche il loro ruolo nel miglior modo possibile e la politica se ne deve far carico. Questo è un compito del governo». [email protected]