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Dietro le quinte

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A pranzo politica e gags

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Pranzo light al Grand Hotel della Fonte con i più fidi collaboratori e un gruppo di belle ragazze del comitato «Silvio mi manchi» di Napoli, uniche donne a essere ammesse questa volta alla tavola del Cavaliere. E così tra un antipasto a base di prosciutto e mozzarella e un piatto di pasta, Berlusconi ha sfoderato la sua tradizionale verve. Qualcuno ha provato a tirarlo per la giacca. «Allora gliela diamo questa spallata martedì, li mandiamo a casa?» E lui, insolitamente cauto: «Bisogna trattare fino alla fine». Lo spettro di Casini si fa sentire anche tra una portata e l'altra. Ma a tavola, quelli che hanno seguito la tre giorni del convegno come organizzatori e quindi con uno sguardo attento anche dietro le quinte, nel parterre, gli ribadiscono che «la base non si tiene più» che il popolo di Forza Italia «vuole tornare al voto» e che questa volta gli elettori non capirebbero le esitazioni come nella scorsa crisi. «Sommergiamo di fax Casini» c'è chi propone a tavola. Berlusconi appare soddisfatto della convention, «c'era un bel clima, caldo, attento». «Ma certo presidente, la nostra gente non vede l'ora di tornare in piazza, li hai sentiti tu stesso quando hai parlato di un'altra manifestazione a breve» incalzano i commensali. Il Cavaliere però, sarà la presenza femminile a tavola, sarà che vuole allentare la tensione, la smette con la politica e si lascia andare a una carrellata di barzellette. Tutte a tema, questa volta. Non sulle donne (dopo le bacchettate della moglie Veronica su Repubblica Berlusconi prima di parlare si morde la lingua) ma su un tema occasionale, il caffè. I camerieri cominciano a servire le tazzine ed il Cav si scatena. Sfida i commensali a chi sa più barzellette sul caffè. Ne sforna una decina e tutti giù a ridere. Per i mal di pancia c'è tempo fino a domani quando si rivedranno in Senato. Ma un paio di caffè bastano a far digerire Casini? L.D.P.

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