dall'inviato LAURA DELLA PASQUA FIUGGI — «Presto dobbiamo riportare in piazza il popolo del 2 dicembre ...
L'interesse del Paese ci dice che dobbiamo far dimettere questo governo prima possibile ma credo che martedì noi dovremmo produrre un voto che sia risultato di una profonda riflessione, che ci apprestiamo a fare anche con alleati». Sul nodo del rifinanziamento della missione in Afghanistan Berlusconi non dice niente di più. Quando arriva a Fiuggi per chiudere la tre giorni della convention degli amministratori azzurri, la platea è surriscaldata. La base chiede la spallata, di mandare a casa Prodi, di tornare al voto prima possibile. In platea rimbalzano i dati degli ultimi sondaggi che danno la Cdl in netto vantaggio. Ma Berlusconi anche se non dice molto sull'appuntamento di domani al Senato, ha parole di fuoco contro il governo «che è andato sottobraccio con Hezbollah, strizza l'occhio ad Hamas, ha trattato con i tagliagole e pretende di chiamare al tavolo della pace i terroristi». Di qui «la necessità di tornare al governo per restituire credibilità internazionale all'Italia». Per questo, avverte Berlusconi, «bisogna caricare le prossime elezioni amministrative di un significato politico». Berlusconi si dilunga sul rapporto di «grande collaborazione e di fedeltà» che il suo governo ha saputo instaurare con gli Stati Uniti e per dare forza alle sue parole e sottolineare la «discontinuità» tra la sua linea politica e quella dell'attuale maggioranza, vittima dei diktat della sinistra estrema, fa anche proiettare il filmato del suo intervento, un anno fa, al Congresso americano. Gli applausi dei parlamentari americani alle parole «fedeltà, alleanza, lealtà» di Berlusconi sono amplificate in sala dalla platea in ripetuti standing ovation. Concluso il filmato, Berlusconi incalza e rivela un dietro le quinte della riunione del Partito popolare europeo, sabato, a Berlino. «I leader del Ppe non mi hanno chiesto del voto di martedì ma quando mandiamo a casa questo governo, unico in Occidente ad avere al suo interno dei partiti comunisti». Era stata infatti l'Udc sabato scorso a rivelare che in seno al Ppe c'era molta sorpresa per l'eventuale astensione di Fini e di Berlusconi dal rifinanziamento della missione militare. Poi l'affondo: «Un governo che non ha maggioranza in politica estera non può governare, ed è chiaro che se non avesse la maggioranza noi saliremo al Quirinale e chiederemo nuove elezioni». Così annuncia che presto ci sarà un'altra manifestazione di piazza. E fuori dal convegno precisa che la manifestazione non ci sarà se il governo dovesse cadere lasciando intendere con un sorriso che è questa la speranza che nutre. E sul dietro le quinte al vertice del Ppe ieri c'è stata anche una precisazione da un portavoce del Ppe il quale ha fatto notare, senza smentire le valutazioni politiche di Berlusconi, che sabato il tema della caduta del Governo Prodi non era all'ordine del giorno. Ma questo non vuol dire che privatamente Berlusconi non abbia ricevuto commenti sul governo Prodi. Ma per tornare a Palazzo Chigi, Berlusconi ha sulla sua strada l'ostacolo della legge elettorale. ma è un ostacolo che il Cavaliere minimizza. «Non ci vengano a dire che per andare a nuove elezioni è necessario correggere la legge elettorale. Sarebbe molto facile apportare modifiche in pochi giorni». Berlusconi ha spiegato perchè il suo partito è contrario al sistema tedesco. «Per noi sarebbe vantaggioso. Con i consensi al 33%, infatti, Forza Italia sarebbe il perno della politica italiana». Però «sarebbe un passo indietro perchè in politica si devono mantenere gli impegni assunti con gli elettori». Berlusconi quindi sottolinea che questa discussione sul sistema elettorale «sta diventando una scusa della maggioranza per continuare a galleggiare e rinviare sine die le elezioni». Per Forza Italia tornare al voto non è un problema, dice chiaro e tondo l'ex premier, «giacchè anche votando con l'attuale sistema il centrodestra potrebbe tranquillamente governare anche in Senato, visto che avrebbe decine di senatori in più». Il presidente azzurro ha poi preci