Tremonti attacca Prodi parla di «trans decreti» e difende i pensionati
Non si trovava nella fossa dei leoni di Michele Santoro, ma nella platea amica dei forzisti. E allora si è sfogato. «Questo è il governo del malgoverno» di fronte al quale «riesce facile vergognarsi di Prodi», ha detto il vicepresidente di Forza Italia parlando a Fiuggi alla terza assemblea degli amministratori locali azzurri. L'ex ministro dell'Economia ha criticato duramente la sinistra: bersagli, le politiche su economia, famiglia, liberalizzazioni e Dico. Parlando dei trattamenti pensionistici riservati agli italiani, Tremonti ha sottolineato che «con questa sinistra al Governo sulle pensioni c'è da avere paura. C'è da avere paura non solo sulle pensioni future, ma anche su quelle presenti». Secondo l'esponente azzurro, «pur di durare, il governo Prodi rinvia i termini di altri due anni. Questa sinistra che è al Governo pensa di sapere tutto ma in realtà non capisce la vita reale». Tremonti ha citato il caso di una pensionata di 86 anni che «dopo la Finanziaria 2007 ha visto la sua pensione ridursi da 604 a 539 euro. Questo non è accettabile e con noi non capiterà mai». Così, quello prodiano è l'esecutivo che si accanisce contro gli ottuagenari: «gli hanno rotto le scatole tutta la vita e ora continuano ad accanirsi». Ma Tremonti non si è lasciato sfuggire l'occasione per scherzare sulla vicenda che ha visto coinvolto il portavoce di Romano Prodi, Silvio Sircana. A proposito del decreto sulle liberalizzazioni ha detto: «Il decreto Visco-Bersani o viceversa, dipende da che parte si vede...». Ovviamente nella platea degli amministratori locali che ascoltavano l'ex ministro dell'Economia sono serpeggiati mormorii e numerose risate, tanto che lo stesso Tremonti, ironicamente, ha precisato: «Non stavo dicendo che è un trans-decreto ma...». Obiettivo dell'ex titolare del dicastero di via XX Settembre è stata anche la strategia del governo dedicata alle politiche sociali. «La sinistra vuole stabilizzare il lavoro e destabilizzare la famiglia: non è un pensiero debole è un pensiero, è un pensiero folle». E su un tema come quello dei Dico, Tremonti ha spiegato che «non è la storia che divide laici e religiosi ma divide due idee opposte: chi vuole una famiglia strutturata e chi vuole una famiglia destrutturata, chi vuole il matrimonio e chi lo vuole affiancato da una piattaforma girevole». Un duro attacco al governo Prodi è venuto anche dall'economista Renato Brunetta che ha messo in evidenza le contraddizioni tra una campagna elettorale della sinistra tutta impostata sullo stato di emergenza dei conti pubblici e la scoperta di questi giorni che l'economia è fuori dal tunnel. «Un risultato - ha detto Brunetta - che il ministro Padoa Schioppa si attribuisce ma che non è altro che il frutto degli interventi della legislatura Berlusconi». Un grido d'allarme è invece venuto dagli amministratori locali di Forza Italia, presenti in massa al convegno. Durante una tavola rotonda hanno messo in evidenza le difficoltà in cui si dibattono tra tagli ai trasferimenti, carenza di risorse per migliorare i servizi e inevitabilità dell'aumento delle imposte locali. Enrico La Loggia ha chiesto che anche gli enti locali siano coinvolti nelle decisioni di politica economica («non possiamo solo subirle») e il vicepresidente dell'Anci Osvaldo Napoli ha posto il problema della regolarizzazione dei precari che crea un ulteriore onere sui bilanci locali. l.dellapasqua@iltempo.it