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Parte tra le polemiche

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il tavolo di discussione sulla previdenza

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Le parole di Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, al termine del vertice a Palazzo Chigi con il governo e Prodi per l'avvio dei tavoli sulle pensioni, il lavoro e ilpubblico impiego, suona come una premonizione ma anche come un avvertimento a non sottovalutare il ruolo dei sindacati in quella che si preannuncia una trattativa spinosa. Nell'incontro sono già emersi gli scogli: lo scalone e la revisione dei coefficienti. A complicare il quadro c'è la carenza di risorse. Il ministro dell'Economia Padoa Schioppa ha fatto capire che il cosidetto «tesoretto», il surplus di gettito fiscale, va usato con parsimonia. Servirà in parte per le pensioni più basse e gli ammortizzatori sociali. E anche Prodi ha messo le mani avanti: «Il miglioramento dei conti consente un limitato ambito d'azione», ha detto in apertura del vertice confermando che le risorse disponibili per i tavoli sono quei 2,5-3 miliardi annunciati da Padoa Schioppa quando ha illustrato la Trimestrale. Il premier ha detto chiaro e tondo che nei progetti del Governo c'è «l'innalzamento graduale dell'età pensionabile», una «periodica revisione dei coefficienti» e, per ciò che riguarda lo scalone, il superamento delle «rigidità» della riforma Maroni, ma «assicurando l'equilibrio finanziario» del sistema. Insomma: impossibile rinunciare a tutti 9 miliardi di risparmi che derivano dallo scalone stesso. Superarlo significherà ammorbidirlo, ma non eliminarlo. Tanto è bastato per mettere in allarme i sindacati. «Non siamo d'accordo» ha detto il leader della Cisl Raffaele Bonanni, nonostante «abbiano scorto una piccola disponibilità del Governo, una posizione più morbida sui coefficienti». Non meno problematica la questione del rinnovo del contratto del pubblico impiego. Qui i tre leader sindacali non hanno esitato. Nonostante Prodi abbia assicurato che le risorse per il rinnovo ci saranno, il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha tuonato: «se non arrivano risposte sui contratti, nessuno impedirà lo sciopero dei pubblici». E sarebbe veramente «una contraddizione» che ciò accada in contemporanea di un tavolo di concertazione proprio sulla pubblica aministrazione. Epifani ha detto che «questa concertazione non sarà una passeggiata. Sarà trattativa vera». Una «sfida», l'ha definita il numero uno della Uil Luigi Angeletti che, come gli altri leader sindacali, ha sottolineato la necessità di privilegiare il lavoro dipendente, i pensionati, i redditi più bassi. «Cauto ottimismo», di fronte ad un «approccio costruttivo» di Governo e sindacati, ha espresso il vice presidente di Confindustria Alberto Bombassei che, per le pensioni, ha suggerito di ispirarsi al modello tedesco e ha sottolineato come per viale dell'Astronomia possano andare bene più soluzioni, ma «a costo zero». Accordo fra imprese e sindacati c'è sul fronte degli ammortizzatori sociali che devono diventare «strumenti più moderni». E anche per questo l'Ugl, con il segretario generale Renata Polverini, considera il tavolo sul lavoro «il più delicato» e solleva il problema delle donne «che hanno una tutela minore degli uomini». Confindustria ha puntato l'attenzione anche sulla contrattazione di secondo livello, tema che sta cuore anche al sindacato. Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato e Casartigiani hanno insistito sulla necessità di rafforzare la produttività. Mercoledì e giovedì i tavoli, comunque, partiranno. Prima quello sul pubblico impiego e poi quelli su produttività e welfare. Il Governo, vuole accelerare i tempi. «Il tempo massimo è quello del Dpef - ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta - Ma speriamo ne serva molto meno, perchè ci sono le condizioni». [email protected]

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