L'intervista

È un gesto di dissenso verso questo esecutivo che sta portanto l'Italia verso un "cul de sac"». Dal Pakistan, dove oggi verrà insignita della più alta onoreficenza civile data agli stranieri, l'ex sottosgretario agli Esteri Margherita Boniver (FI), guarda con un certo interesse a quello che sta accadendo all'interno della Cdl. Onorevole, alcuni suoi colleghi di Forza Italia hanno inviato una lettera al presidente Berlusconi per chiedergli di non votare il decreto? «Sono a conoscenza dell'iniziativa e la cosa non mi stupisce. Immaginavo che i malumori emersi durante il voto della Camera si sarebbero moltiplicati». Non crede che un voto contrario possa avere ripercussioni sull'incolumità dei nostri militari a Kabul? «L'incolumità dei nostri militari sta a cuore all'interno Parlamento. Su questo non ci sono dubbi». Ma? «Non sarà un voto difforme a incidere negativamente. Piuttosto, quello che incide negativamente, è il comportamento di questo esecutivo e di questa maggioranza». L'Udc, però, sembra intenzionato a votare sì. «Non ne dubitavo. Le divisioni interne all'opposizione sono palesi. Ognuno fa proprie le sue buone ragioni». E FI? Cosa farà? «Sono convinta che, alla fine, dentro Forza Italia prevarrà il senso di responsabilità. È ormai una nobile tradizione del mio partito, e in genere del centrodestra, dare l'opportuna copertura politica ai nostri militari per senso di responsabilità». Che significato politico avrà il voto di martedì? «Comunque vada credo che, dopo il 27, dovremo fare una scelta politica responsabile. L'andazzo del nostro governo è pericoloso, proditorio e completamente sbagliato. Se Prodi e D'Alema hanno una dignità dovrebbero dimettersi per non farsi trascinare in un vortice di irresponsabilità». Pensa alle critiche Usa e alla gestione del sequestro Mastrogiacomo? «Aver trattato, attraverso Strada, con i talebani è un prezzo politico che peserà nei prossimi mesi. Tra l'altro ne sappiamo ancora troppo poco. Non è chiaro quanti talebani sono stati liberati. In un primo momento si pensava si trattasse di "pesci piccoli" ora, invece, apprendiamo che è stato di fatto ricostruito lo stato maggiore della fazione di Dadullah che i nostri alleati stanno combattendo nel Sud del Paese». Quindi la reazione americana è legittima? «La reazione Usa non deve sorprendere e si spiega col fatto che siamo mal rappresentati da un esecutivo all'interno del quale convivono diverse linee di politica estera che convergono, però, su posizioni anti-Usa e anti-Israele. Siamo sorvegliati a vista all'interno delle nostre alleanze». n.imberti@iltempo.it