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Washington e Londra

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«Avete liberato cinque capi talebani»

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Il giudizio degli Stati Uniti nei riguardi dell'Italia è duro. Le concessioni fatte ai sequestratori, ha detto un funzionario dell'Amministazione Bush «aumentano i rischi per le truppe Nato e afghane, e per la popolazione afghana». Gli effetti della cenetta con vista sul Potomac tra D'Alema e la Rice sono durati molto poco. L'idillio è finito con il caffè. Almeno a sentire quello che ora dicono dalla Casa Bianca sull'Italia. Un attacco senza precedenti. Un affondo contro le scelte in politica estera del governo Prodi che affonda anche il «cauto ottimismo» che il ministro D'Alema ha manifestato a Washington. E anche Londra si dice preoccupata per quanto fatto dall'Italia. Un portavoce del Foreign Office spiega che «questo manda il segnale sbagliato a eventuali altri sequestratori». Non solo le concessioni effettuate, ha continuato la fonte inglese «aumentano il rischio per la Nato, per le truppe afgane e per il popolo afghano». In serata anche il governo tedesco boccia come un «errore enorme» lo scambio di prigionieri. Tante e tali le bocciature che, poco prima della mezzanotte, la Farnesina annuncia che per oggi è fissato un colloquio telefonico tra D'Alema e la Rice. Una fonte anonima ma vicina al presidente Bush ha spiegato che «Gli Stati Uniti sono stati colti di sorpresa dai termini della liberazione di Daniele Mastrogiacomo ed hanno espresso la loro preoccupazione al governo italiano ed afgano per le possibili conseguenze che giudicano pericolose». Il funzionario ha sottolineato che uno dei taleban, Mansoor Amhad, liberati è un familiare del capo taleban che è l'organizzatore del rapimento di Mastrogiacomo, ovvero il feroce mullah Dadullah. Il funzionario ci tiene a fornire le «carte d'identità» dei talebani liberati, tutte figure di primo piano: «Ustad Yaser è il capo del dipartimento culturale dei talebani, Mofti Latifollah Hakimi ex portavoce, Mansur Ahmad, il fratello del mullah Dadullah e i due comandanti Hamdullah Abdol Ghaffar». La fonte ha osservato che i taleban liberati andranno a rafforzare la lotta per riprendere il potere in Afghanistan, esattamente quello che le forze Usa e le forze Nato stanno cercando di evitare. La «voce profonda» della Casa Bianca non si è limitata a questo ultimo episodio. Si è tolta anche qualche altro sassolino dalla scarpa. Così si parla anche dell'impiego delle truppe italiane. Le regole di ingaggio del contingente italiano in Afghanistan sono state definite limitanti dagli Usa. Un esempio di questi limiti, ha sottolineato la fonte che chiede di rimanere anomima, è testimoniato dal fatto che il trasferimento in aereo di Mastrogiacomo dal luogo della liberazione a Lashkar Gah fino a Kabul, non è stato effettuato con un velivolo messo a disposizione dalle autorità italiane, il che non sarebbe consentito dalle regole di ingaggio, ma con un velivolo di una Ong (Emergency ndr). Il governo americano ha sottolineato di avere ripetutamente chiesto alle autorità italiane di modificare queste regole, già dal 2003. Altro governo ma lo stesso problema. E dulcis in fundo, giudicata una «pessima idea» quella proposta da Fassino sull'invito ai talebani alla conferenza di pace. [email protected]

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