La Cdl: «Una sberla a Prodi e all'Unione»
Berlusconi liquida. «pe rgli Stati Uniti siamo inaffidabili». Per la maggioranza quella degli Stati Uniti è «un'ingerenza». A dirlo è Russo Spena capogruppo di Rifondazione al Senato. Sulla stessa linea il segretario dello Sdi Enrico Boselli. «Non ci vedo alcuno scandalo nel modo in cui si è arrivati alla liberazione di Mastrogiacomo - ha dichiarato Boselli - Non penso affatto che mezzi dettati da condizioni di necessità, come può essere uno scambio di prigionieri, rappresentino un riconoscimento politico nè ieri delle Brigate Rosse per salvare Moro nè oggi dei talebani per salvare Mastrogiacomo». «È invece sorprendente - conclude Boselli - che si esprima un esplicito disappunto che rappresenta una grave ingerenza nelle questioni italiane». Di tutt'altro tono le dichiarazioni del centro destra. Non è «scontato» il sì del centrodestra, Udc a parte, al rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan. Le modalità del rilascio di Daniele Mastrogiacomo, il ferimento del soldato italiano, le perplessità di Washington e Londra sulla linea del governo, le aperture ai talebani dei Ds, hanno spinto l'opposizione ad un cambio di direzione rispetto al voto di Montecitorio. Ma se cresce la voglia di dire no al decreto (in votazione la prossima settimana in Senato), resta l'esigenza della Cdl di tutelare i soldati italiani sul terreno e di non spaccare la coalizione. Per questo è allo studio l'ipotesi di un non voto: un espediente tecnico che permetterebbe di far passare il provvedimento, mettendo il luce la debolezza dell'Unione. Fi, An e Lega sono ormai convinte che la situazione sul terreno sia mutata e che l'attuale decreto (sostenuto dalla Cdl alla Camera) non sia più in grado di garantire la sicurezza dei soldati italiani. Antonio Leone, vice Presidente vicario del gruppo di Forza Italia della Camera dei Deputati: «Preoccupati per le notizie di agenzia provenienti dall'amministrazione americana, secondo le quali il Governo di Washington avrebbe espresso perplessità e preoccupazione per la liberazione dei 5 terroristi talebani, ci chiediamo cosa stia succedendo nei rapporti tra Italia e Stati Uniti». Leone esprime tutta la sua perplessità perchè durante il dibattito al Senato «il governo in Aula non ha assolutamente accennato alle preoccupazioni americane». Il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti incalza: «Ma come si può pensare di far sedere i terroristi talebani al tavolo della pace per avere i voti della sinistra estrema? Soltanto a Fassino poteva venire in mente un'idea così assurda». A una settimana dal voto del Senato sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero, compresa quella in Afghanistan, l'irritazione manifestata dagli Usa per i comportamenti della autorità italiane potrebbe incidere su un dibattito finora segnato da mezze verità e ipocrisie. In primis da quelle sulla natura della missione, che all'interno della maggioranza è interpretata con sfumature assai diverse. Basti pensare a quanto affermato ieri da Manuela Palermi, capogruppo dei Verdi-Pdci al Senato, che se da un lato registra come in Afghanistan la situazione stia «sempre più precipitando», dall'altro ne deduce che «la natura della nostra missione sta cambiando, lasciando sempre più spazio all'impegno per la pace e per il dialogo». politico@iltempo.it