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L'intervista

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Sacconi (FI): «Non è vero che si è diffuso il precariato»

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Se poi il ministro del lavoro Damiano vuole attribuire alla Finanziaria di Prodi questi risultati, faccia pure, ma sbaglia». Maurizio Sacconi, ex sottosegretario al Welfare di Forza Italia, sottolinea che la maggiore occupazione non è fatta di precariato, come «la sinistra vorrebbe far credere» e che «non ci sono motivi per cambiare la legge Biagi». Cosa indicano i dati dell'Istat? «C'è un andamento virtuoso del nostro mercato del lavoro soprattutto se si confronta con la crescita modesta dell'economia. Stiamo superando il record storico di 23 milioni di occupati e soprattutto raggiungiamo il più basso tasso di disoccupazione perchè avevamo iniziato la scorsa legislatura con un tasso di occupazione di poco superiore al 50% e invece il 2006 ci consegna un tasso di occupazione vicino al 60% e la disoccupazione sotto la soglia del 7%. L'aumento delle donne occupate supera quello degli uomini e crescono i posti per gli ultra cinquantenni. Buono pure l'andamento del Mezzogiorno con il tasso di disoccupazione che cala al 12%». Ma i posti in più sono precari? «Innanzitutto sono dell'idea che sia meglio un contratto a termine che niente anche perchè più della metà di questi rapporti di lavoro sono a contenuto formativo e quindi la premessa di un impiego stabile. Va anche detto che i contratti a termine riguardano solo il 10% del totale degli occupati. Non c'è affatto un fenomeno di precarizzazione. Piuttosto bisogna guardare al bagaglio delle competenze di chi ha un posto. Il governo Berlusconi ha afrontato questo problema facendo partire i fondi per la formazione continua e riformando i contratti di apprendistato». Vuol dire che sbaglia il centrosinistra quando dice che l'aumento di occupazione è fatto di precariato? «È una tesi assolutamente sbagliata e infondata perchè quasi il 90% degli occupati è a tempo indeterminato». Il ministro del lavoro Damiano sostiene che cominciano a farsi vedere gli effetti delle misure intraprese dal governo. «Prodi in campagna elettorale disse che la legge Biagi aveva bruciato un'intera generazione ora li sfido a provare a cambiare una sola virgola di questa legge. I dati dell'Istat costituiscono il migliore omaggio alla memoria di Biagi a cinque anni dall'omicidio». Ma se l'occupazione cresce, l'economia marcia a rilento. «La produttività resta bassa. Bisognerebbe alzare i salari. Tutte le parti variabili del salario dovrebero essere tassate con un'aliquota secca la metà di quella che il lavoratore ha pagato nei due anni precedenti. Ora lo straordinario fa scattare l'aliquota superiore».

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