L'abbraccio di Roma a Mastrogiacomo
«Ciao ragazzi, grazie a tutti, veramente, siete stati fantastici», le prime parole di Daniele, con indosso di nuovo gli abiti occidentali, una felpa grigia e jeans. È apparso sulla scaletta raggiante, le braccia al cielo, il sorriso che conoscevamo illuminava il suo viso. Appena sceso dalla scalella la figlia Alice gli è corsa incontro in un abbraccio infinito che raccontava tutto l'amore fra padre e figlia. Poi la volta dei fratellli e del figlio Michele. E ancora, la mamma e la sorella, alla quale Daniele ha detto che «è stata un'esperienza impressionante». Pochi passi ancora ed ecco quell'abbraccio atteso da 15 giorni con la moglie Luisella. Daniela l'ha sollevata da terra, sono rimasti così, con lei sollevata dall'asfalto e con i loro pensieri. Daniele Mastrogiacomo non ha potuto far a meno di salutare ed esternare la sua gioia ai suoi colleghi che erano lì per seguire il suo ritorno a casa. L'inviato di Repubblica è stato abbracciato anche dal premier Romano Prodi venuto ad accoglierlo all'aeroporto di Ciampino e gli ha detto: «Lei mi ha salvato la vita». Con Prodi anche il vice ministro Danieli e il vice sindaco di Roma Garavaglia. Ad attendere il giornalista all'interno della saletta vip della zona militare dell'aeroporto il direttore di Repubblica Ezio Mauro e l'editore De Benedetti insieme con alcuni colleghi. Per lui è finito un incubo ma per altri è appena iniziato. In Afghanistan è stato arrestato dai servizi afghani il «mediatore» di Emergency, figura chiave nella liberazione del giornalista. I servizi segreti afghani hanno prelevato Rahmatullah Hanefi, 35 anni, capo del personale dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, che ha contribuito significativamente nella trattativa che ha portato alla liberazione dell'inviato di Repubblica. L'uomo è ora detenuto e sotto interrogatorio nella sede della National Security di Lashkar Gah. Gino Strada ha subito chiesto il suo immediato rilascio al locale capo dei servizi e al governatore della provincia di Helmand. «È una cosa grottesca e provocatoria - ha dichiarato il chirurgo - che chi ha maggiormente contribuito alla liberazione di Daniele si trovi oggi arrestato del governo afghano». Dell'arresto è stato immediatamente informato l'ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi, che si è subito messo in contatto con i vertici dei servizi afghani. «Mi hanno detto - ha riferito Sequi - che si tratta di una normale procedura per sentire una persona informata dei fatti nell'ambito dell'inchiesta che la magistratura afghana ha aperto sul caso Mastrogiacomo. Garantiscono che Hanefi verrà presto rilasciato. Hanno aggiunto - prosegue l'ambasciatore - che per lo stesso motivo anche l'inviato di Repubblica verrà sentito dalle autorità afghane al suo rientro in Italia». Ieri mattina poi l'ospedale di Lashkar Gha è stato assediato da un centinaio di afghani che volevano notizie sulla sorte dei due ostaggi afghani rapiti assieme al giornalista italiano: Sayed Agha, l'autista di Daniele ucciso dai talebani venerdì scorso, e Ajmal Naskhbandi, l'interprete che è stato liberato ma non consegnato a Emergency. I manifestanti protestavano contro il governo del presidente afghano Hamid Karzai, accusato di non aver fatto abbastanza per loro. Dopo circa un'ora, la folla si è dispersa e la situazione è tornata tranquilla. Il corpo dell'autista di Daniele Mastrogiacomo è stato poi consegnato alla famiglia. Lo ha riferito l'agenzia afghana indipendente Pajhwok. Said Agha, considerato una spia, è stato sgozzato dai talebani, che lo avevano sequestrato con Mastrogiacomo e il suo interprete. Il cugino dell'autista ha detto all'agenzia Pajwok che il corpo è stato ritrovato sepolto a Laki Spara, nella provincia di Helmand. Adjmal Nashkbandnon non è infatti mai arrivato all'ospedale di Emergency nonostante lo stesso inviato di Repubblica ha raccontato di averlo visto mentre lo liberavano dalle catene e si teme