Via al confronto. Poche risorse per sviluppo e welfare
Romano Prodi convoca a palazzo Chigi i segretari di Cgil, Cisl e Uil per evitare false partenze e definire una tabella di marcia in vista della riapertura, giovedì, dei tavoli di confronto su pensioni e welfare. Un incontro a sorpresa a cui hanno partecipato anche il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e quello del Lavoro Cesare Damiano. Quasi due ore di faccia a faccia durante il quale il premier ha ribadito che la distribuzione del «tesoretto» accumulato con il surplus di entrate non avrà come terminale principale le imprese, ma coinvolgerà equamente anche famiglie e lavoratori. Alla fine Guglielmo Epifani (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) escono da Palazzo Chigi con una convinzione: ai tavoli sarà trattativa vera perché le risorse sono risicate e le cose da fare molte. Insomma il governo è avvisato: su pensioni e welfare non avrà vita facile. «C'è stata una discussione - spiega Epifani - su come riprendere il confronto che partirà in settimana. Il governo ha fatto un quadro generale dei problemi che si discuteranno. Il governo pare intenzionato ad aprire il confronto. Noi da parte nostra vogliamo una vera trattativa, un vero confronto di merito». Per questo, ha aggiunto il segretario della Cgil, è necessaria anche una "voce unica": «Quella è fondamentale. Altrimenti non si può trattare». «Bisogna preparare bene i tavoli di giovedì - gli fa eco Bonanni - in modo tale che gli italiani capiscano effettivamente cosa si vuole fare. Non c'è Welfare senza sviluppo. Ci hanno dato assicurazione che ci sono risorse disponibili, se no il tavolo non si aprirebbe. Le disponibilità le vedremo alla fine». Secondo il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, comunque «la volontà del governo ci è sembrata positiva, oltre alla buona volontà ci vuole la disponibilità». Le richieste dei sindacati si orientano anche sulla possibilità di un alleggerimento fiscale. «Nonostante ci si chieda ancora sacrifici - dice il segretario confederale della Uil Antonio Foccillo - appare necessaria un decremento delle tasse, che non può essere a solo vantaggio delle imprese, serve una equa distribuzione che interessi anche le famiglie». Tema, quello fiscale, caro anche a Confindustria che intanto, per bocca del suo presidente Luca Cordero di Montezemolo, delinea le sue priorità: «Il tema della crescita sarà fondamentale e tutti, nessuno escluso, a cominciare dagli imprenditori che dovranno sedere al tavolo della concertazione con grande unità di intenti». In ogni caso, a quanto si apprende, dopo la riunione il ministro dell'Economia Padoa Schioppa avrebbe sostanzialmente ribadito gli ordini di grandezza già annunciati commentando la Trimestrale: il surplus di entrate ammonta a 8-10 miliardi, ma 7,5 sono già ipotecati per la correzione dei conti da fare nel 2008. Insomma: per i tavoli di concertazione, al momento, ci sono 2-3 miliardi di euro, nonostante da altre fonti si parli di una forchetta ben più ampia, fra i 5 e gli 8 miliardi. Due-tre miliardi, del resto, sarebbero ben poca cosa di fronte alle sole principali richieste dei sindacati, che vanno dall'ammorbidire lo scalone delle pensioni al sostenere i redditi e le pensioni più basse, dal rilancio dello sviluppo a quello di nuovi ammortizzatori sociali. Senza contare l'ipotizzato intervento sull'Ici sulla prima casa e il grande capitolo della Pubblica Amministrazione. A complicarla ulteriormente la situazione ci sono altri 2 elementi: il tempo e il «verdetto» dell'Europa sul taglio del cuneo fiscale. Secondo quanto si è appreso al termine dell'incontro, infatti, il Governo intenderebbe «chiudere la partita» del confronto con le parti sociali prima del Dpef e delle elezioni amministrative di fine maggio. Un calendario che ha trovato la condivisione di Cgil, Cisl e Uil. Ma il ministro del Lavoro Damiano smentisce questa ricostruzione. «Non è stato fissato nessun termine - spiega -, né fatto alcun calendario che verrà definito sui tavoli della concertazione. Qualsiasi persona