Napolitano ricorda il giuslavorista ucciso
Nel quinto anniversario dell'assassinio di Marco Biagi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invita tutti a superare contrapposizioni e polemiche per ricordare l'esperto di diritto del lavoro non solo come «una persona mite e indifesa» rimasta vittima nel 2002, a Bologna, di uno «tra i più vili» attentati delle Brigate Rosse, ma come l'autore di importanti studi sulla riforma del mercato del lavoro che meritano considerazione e rispetto. Un messaggio breve quello del Capo dello Stato che ricalca quanto detto nella recente visita Bologna quando Napolitano aveva definito Biagi come «vittima designata, esposta e non protetta» e aveva avuto un incontro privato con la vedova Marina Orlandi. Così, dopo le polemiche degli anni scorsi, la politica ha provato a rispondere all'invito del Presidente della Repubblica. In molti, maggioranza e opposizione, hanno partecipato ieri mattina al Resto del Carlino alla cerimonia di assegnazione del Premio alla Solidarietà intitolato dal quotidiano a Biagi. «È stato un riformista che ha collaborato con il centrosinistra e con il centrodestra», ha rilevato Pier Ferdinando Casini. E Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, ha spiegato: «Abbiamo ritenuto opportuno venire tutti, proprio perché questa è una cosa che muove tutti gli italiani». Enrico Boselli, segretario dello Sdi, ha definito Biagi «un socialista e un riformista che ha servito lo Stato a prescindere dai colori dei governi». Mentre da Roma Piero Fassino ha riconosciuto che il giuslavorista «ebbe il coraggio di indicare riforme difficili ma necessarie». Questo clima bipartisan non è riuscito, però, ad infrangere la barriera di gelo che continua a dividere la vedova Biagi dal primo cittadino di Bologna Sergio Cofferati. Ieri Marina Orlandi ha partecipato a molti appuntamenti. La messa a Modena di primo mattino, quindi il convegno organizzato dalla Fondazione Biagi. Poi, a Bologna, la presenza al Carlino. Nel pomeriggio è stata la volta del Centro Socialista di via Marsala, a cui ha donato una foto del marito che da oggi si trova insieme ai grandi del socialismo italiano. E alle 18.30 la signora Biagi ha partecipato alla messa in suffragio celebrata dal vescovo ausiliare Ernesto Vecchi. Molti appuntamenti, dunque. Ma non la celebrazione solenne fatta in consiglio comunale da Cofferati e dall'ex ministro Tiziano Treu, ancora una volta disertata dalla vedova. «È evidente che non si riescono a ricucire i rapporti tra Comune e famiglia Biagi o meglio che qualcuno non ha voglia di farlo - ha commentato il deputato di An e consigliere comunale Enzo Raisi - La famiglia non c'è più da quando c'è il sindaco. Forse si attende un passo avanti che non ha mai avuto il coraggio di fare». Con Cofferati se l'è presa anche Roberto Maroni, a Bologna alla premiazione al Carlino, da cui invece era assente il sindaco: «Ha perso l'occasione per chiudere una triste pagina» (il sindaco aveva definito «limaccioso» il Libro Bianco di Biagi). Ma il direttore del Carlino Giancarlo Mazzuca ha poi precisato di avere concordato con lo stesso Cofferati che, «per garantire che la cerimonia non rinfocolasse vecchie polemiche», era più opportuno che il Comune fosse rappresentato dall'assessore Libero Mancuso.