La Cdl: «Quale prezzo per la liberazione?»
«Come tutti apprendo con gioia e sollievo la notizia. Ma adesso, superata l'emergenza e il rischio per l'ostaggio, credo sia doveroso porsi alcuni interrogativi, peraltro già formulati anche in passato in occasione di analoghi rapimenti», sottolinea il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. L'esponente leghista si chiede, innanzitutto, se «per la liberazione è stato pagato un riscatto. Riteniamo di sì - dice Calderoli - e in questo caso è bene ricordare che si tratta di soldi dei contribuenti, e dunque di risorse preziose che potevano essere destinate ad altro scopo». In secondo luogo, «per ottenere questa liberazione è stato necessario rilasciare dei pericolosi criminali o terroristi». Se «davvero è così - aggiunge Calderoli - ci si rende conto che sono stati liberati dei criminali o dei terroristi per cui, magari, ci sono state persone che hanno perso la loro vita per riuscire a farli arrestare e metterli in condizione di non poter più fare del male a nessuno, vanificando così il loro sacrificio?. Se si fosse verificata una di queste condizioni - conclude l'esponente del Carroccio, dimenticando però che Mastrogiacomo era in Afghanistan per il suo lavoro - allora è proprio il caso che tutti si facciano un esame di coscienza, ma soprattutto chi, andando in giro a proprio piacimento in zone considerate ad alto rischio, obbliga poi a dover cedere a odiosi ricatti» per «poterlo tirare fuori» in «guai in cui lui stesso si è cacciato». «La grande soddisfazione per la liberazione di Mastrogiacomo è il sentimento di tutti in questo momento - afferma Maurizio Gasparri, dell'esecutivo di An - Sarà utile, a questo punto, capire tutte le circostanze che hanno preceduto ed accompagnato la liberazione del giornalista. Soprattutto nelle ultime ore - dice Gasparri - l'atteggiamento del nostro governo merita di essere approfondito. Ci sono state delle scarcerazioni in Afghanistan per ottenere la liberazione di Mastrogiacomo? Si tratta di terroristi? Quali sono stati i rapporti tra il nostro governo e le autorità afghane? Credo - aggiunge - che fino al momento della liberazione fosse giusto mantenere un riserbo da parte di tutti. Ora, nei modi e nelle forme dovute, occorre capire, per evitare deformazioni della realtà. Anche perchè resta la drammatica crisi afghana ed è inaccettabile qualsiasi forma di compromesso o di resa nei confronti dei talebani». Contro la proposta del segretario Ds ribadisce il suo «no» anche Forza Italia. «L'idea di una conferenza internazionale da estendere anche ai taleban, come ha proposto Fassino, era bislacca ieri, lo è oggi e lo rimarrà domani», afferma Osvaldo Napoli, membro del direttivo del gruppo di FI alla Camera. «I taleban combattono in armi per impedire una sola cosa: la pacificazione dell'Afghanistan. Come si possa raggiungere un accordo di pace con chi briga per fomentare la guerra rimane un mistero - conclude Napoli - La conferenza invocata da Fassino e guardata con qualche scetticismo dalla Comunità internazionale, ha un senso se a convocarla sarà il legittimo governo di Karzaj». Berlusconi, infine, è stato di poche parole: «Deo gratias, ringraziamo Dio», ha commentato la notizia con il portavoce Paolo Bonaiuti.