Schermo rosso nei tg regionali
Poi a viale Mazzini si lamentano, quando si ricorda che l'informazione delle tv private locali stravince su quella fornita dai tg della terza rete Rai. Uno strabismo, quello del cosiddetto servizio pubblico, che fa venire alla mente anche la conduzione di certe trasmissioni, dove gli ospiti fanno parte - per la stragrande maggioranza - della lista di chi occupa le poltrone di Palazzo Chigi. I dati diffusi dall'Osservatorio di Pavia, che effettua il monitoraggio su richiesta della Commissione di Vigilanza presieduta da Mario Landolfi, parlano da soli. E sono scandalosi, per coloro che pagano il canone Rai ogni anno, credendo di poter finalmente un'informazione corretta e - soprattutto - pluralista. La guida di Claudio Petruccioli e Claudio Cappon dimostra quale sia il livello di correttezza nella gestione dell'informazione politica. In Toscana, ad esempio, per quanto riguarda le percentuali di tempo gestito direttamente la CdL tocca il suo minimo assoluto, con il 5,8%, contro l'80,6% riportato dal centrosinistra. Per questo Landolfi chiede di «ripristinare una più corretta ed equilibrata informazione», visto che gli studi «evidenziano anche a livello locale un vistoso squilibrio nella distribuzione politica degli spazi informativi a favore del centrosinistra. In quasi tutte le regioni d'Italia l'Unione raggiunge percentuali di presenza diretta in tv o di notizia di gran lunga superiori al centrodestra, toccando in alcune zone, come nel caso dell'Umbria, oltre l'80 per cento del tempo complessivo dell'informazione televisiva locale Rai». Nell'Italia settentrionale, continua Landolfi, «l'unica regione in cui si realizza un effettivo equilibrio tra la Casa delle Libertà ed il centrosinistra è il Veneto, dove la maggioranza di centrodestra raggiunge il 38,5% del tempo gestito direttamente e l'Unione è al 38,8%. In Liguria raggiunge il suo massimo con il 71,1% del tempo complessivamente dedicato e con il 71,3% del tempo gestito direttamente». Anche in Molise, nonostante le recenti elezioni abbiano registrato la vittoria del forzista Iorio, al centrodestra spetta solo il 25,1%. Il dato è riferito al tempo gestito direttamente e la situazione non cambia di molto nella rilevazione del tempo complessivo». Per quel che riguarda il Sud, l'unica isola di libertà è la Sicilia, regione governata dalla CdL dove il tempo gestito direttamente fa intravedere un sostanziale pareggio: 38,2% al centrodestra, 39,8% al centrosinistra. La Campania è la regione dove la Casa delle Libertà registra il dato più basso del Sud: 9% dello spazio in diretta televisiva contro il 60,5% dell'Unione». Per Alessio Butti, capogruppo di Alleanza Nazionale nella commissione Vigilanza sulla Rai, «i dati sono impressionanti e mostrano chiaramente una notevole disparità nei confronti del centrodestra», ritenendo «scandaloso l'atteggiamento dei tg regionali della Rai, dove la sinistra registra un 80% di presenze. Siamo in piena emergenza informazione. Chiediamo - prosegue - al presidente della Rai, Petruccioli, e al direttore generale, Cappon, di uscire allo scoperto ed evitare dichiarazioni generiche, impegnandosi a garantire agli italiani un servizio pubblico pluralista e rispettoso dell'equilibrio dell'informazione, sia nei telegiornali, sia nei programmi di approfondimento, ormai diventati vere e proprie tribune a senso unico. Anche Forza Italia denuncia, con Giorgio Lainati, «lo scandaloso squilibrio dell'informazione Rai a favore del centrosinistra trova una ulteriore conferma nella prima rilevazione dei dati relativi ai tg regionali», rilevando che si tratta di dati «che lasciano sconcertati e smascherano la malafede di quanti nell'Unione quotidianamente accusano pretestuosamente il centrodestra di controllare il servizio pubblico». Dalle regioni rosse, «dove i dati di presenza della sinistra sono quasi bulgari, questa pratica antidemocratica si è ormai allargata a tutte le altre regioni amministr